Pronto il dossier della Task force sulle riaperture, pressing per riavviare edilizia e manifattura il 27 aprile
La Task force ha chiuso il documento sulle riaperture. Il gruppo guidato da Vittorio Colao ha completato il lavoro su una prima proposta al governo su come impostare la "fase 2" dell'emergenza Coronavirus. A quanto si apprende, del documento si è discusso nella riunione di oltre quattro ore che si è svolta ieri sera, alla presenza anche di rappresentanti del comitato tecnico scientifico. Nel documento ci sarebbero indicazioni sulle attività produttive che possono ripartire per prime, e anche in anticipo,perché a basso rischio. Fonti del comitato spiegano che nel testo non sarebbero indicate date e che una decisione al riguardo spetterà al premier Giuseppe Conte e al governo ma prosegue ancora in queste ore il pressing di Regioni, imprese e parte della maggioranza, per riavviare già dal 27 aprile settori come la manifattura, l'edilizia e alcuni comparti della filiera alimentare ancora chiusi. Il dossier della task force, che ha al centro i nodi del trasporto pubblico e delle modalità delle riaperture, dovrebbe essere consegnato oggi al premier, ma c'è massimo riserbo sui contenuti, che potrebbero essere discussi dai commissari con il premier in una riunione non prima di venerdì. Il governo pensa a un piano "omogeneo" in tutta Italia, dal 4 maggio, per riaprire le attività produttive e per regolare il trasporto pubblico. E un primo, parziale, allentamento delle regole che hanno tenuto milioni di italiani dentro casa, fermo restando che bisognerà indossare la mascherina e tenere il distanziamento "finché non ci sarà una cura o un vaccino". Il premier Giuseppe Conte presenterà entro la fine di questa settimana il programma per la "fase 2" che annuncia "molto complessa". Prima vedrà enti locali e parti sociali. Con un'idea di partenza: le linee guida, come chiedono i governatori del Nord, saranno nazionali, ma saranno possibili norme più restrittive a livello locale nelle aree "rosse" in cui l'indice di contagio metta a rischio la tenuta del sistema sanitario. Fondamentali saranno i dati sulla curva del contagio: la soglia nascerà dall'incrocio di indice di contagio e recettività degli ospedali nei singoli territori. Se si supererà quella soglia, scatteranno nuove chiusure, anche limitate a singole aree. Insomma, sintetizza una fonte di governo, "ci saranno linee guida comuni, classificazioni di rischio lavoro per lavoro e prescrizioni chiare su cosa fare ma poi tutto dipenderà dalla capacità delle Regioni di aver costruito la cintura di sicurezza, dai Covid Hospital ai centri per i positivi asintomatici". Non è ancora deciso se le restrizioni per le aree "rosse" scatteranno in automatico, se le scelte spetteranno alle Regioni, che se ne assumerebbero la responsabilità, o al governo. Potrebbero esserci aggiornamenti del piano ogni 15 giorni. Di sicuro più andrà giù il contagio e terrà il sistema sanitario, più ci si avvicinerà alla normalità, più saliranno i contagi più aumenteranno le restrizioni.