Nel post pubblicato questa notte su Facebook il presidente della Regione Nello Musumeci aveva faticato a nascondere la rabbia per un nuovo esodo verso la Sicilia. Ma anche questa mattina, a freddo, ha mantenuto i toni duri attaccando il governo per gli arrivi in massa a Messina domenica sera, sebbene nello Stretto siano ormai in vigore grosse limitazioni.
Il governatore ha scritto una nota di polemica al ministro dell'Interno Luciana Lamorgese: «Lei sta assumendosi una grave responsabilità nel vanificare gli sforzi ed i sacrifici di milioni di siciliani - le parole di Musumeci -. Agli imbarcaderi della Calabria nessuno vigila sul rispetto dei vostri decreti. Non posso consentire tanta irresponsabilità da parte del governo nazionale verso la Sicilia».
Musumeci si è scagliato contro il governo dopo il post pubblicato su Facebook domenica notte in cui ha mostrato una foto di lunghe code di auto a Villa San Giovanni pronte a imbarcarsi per Messina.
"Ho grande rispetto delle istituzioni, ma ho chiesto di avere particolare attenzione per lo Stretto di Messina - ha detto Musumeci successivamente durante una diretta Facebook -. Nessuno deve più entrare in Sicilia. Il signor ministro dell'Interno lo sa, lo sa il presidente Conte. A Roma lo sanno tutti".
Il Viminale ha replicato con numeri alla mano: "Non rispondono al vero le accuse del presidente Musumeci - mosse per di più in un momento in cui le istituzioni dovrebbero mostrarsi unite nel fronteggiare l'emergenza - secondo le quali sarebbe in atto un flusso incontrollato verso le coste siciliane, tant'è che, ieri, tutte le persone che hanno traghettato sono risultate legittimate a farlo".
I numeri snocciolati dal Viminale indicano un calo dei rientri nell'isola, quasi la metà rispetto a una settimana fa proprio via mare. Ieri sono arrivate in Sicilia circa 1.200 persone: 551 dai traghetti giornalieri della Caronte&Tourist (239 le auto sbarcate) partiti da Villa San Giovanni, circa 200 da Reggio Calabria con gli aliscafi garantiti dalla Blu Jet, 121 col treno intercity che ogni giorno collega Roma con l'isola e 398 con i voli da Roma per Palermo e Catania. Otto giorni fa, gli arrivi sono stati 2mila. E il ministero dell'Interno precisa che "tutti i viaggiatori sono stati controllati prima di salire a bordo: dei 551 viaggiatori, 136 sono risultati appartenenti alle forze dell'ordine che giornalmente attraversano lo Stretto per motivi di lavoro; i restanti 415 sono tutti risultati appartenenti alle altre categorie legittimate ad effettuare il traghettamento". E "nel caso in cui venga individuato un soggetto non autorizzato, questi verrà fermato e denunciato ai sensi dell'articolo 650" del codice penale.
In serata il presidente della Regione è tornato sull'argomento con un video che mostra i controlli agli imbarcaderi e una situazione che si è normalizzata. "Finalmente a Roma si sono svegliati, ci voleva la protesta dura e determinata. Allo Stretto di Messina il traffico si è normalizzato. Passa soltanto chi ha il diritto di passare, esattamente come prevedeva la mia ordinanza, quella del presidente della Regione Calabria e quella del governo nazionale".
Sul caso interviene anche Leoluca Orlando, presidente dell'Anci Sicilia: "Di fronte al comportamento criminale ed immorale di chi oggi cerca di rientrare in Sicilia rischiano di far esplodere anche qui in modo violento il contagio da Covid19, risalta in modo gravissimo l'assenza totale di controlli agli imbarchi a Villa San Giovanni, che dovrebbero e potrebbero essere facilmente impediti da quel lato dello Stretto. Per questo chiedo l'intervento urgentissimo e personale del presidente Conte e del ministro Lamorgese perché sia rispettato e sia fatto rispettare a Villa San Giovanni il divieto di spostamento deciso ieri dal Governo nazionale".
I DIVIETI. Dopo il decreto del governo del 18 marzo, sono quattro le corse quotidiane (andata e ritorno) da Villa San Giovanni e altrettante da Reggio Calabria per Messina, negli orari più indicati per favorire gli spostamenti dei lavoratori pendolari. Sulle navi non possono più salire passeggeri, stop anche alle deroghe per motivi di salute.
In sostanza possono passare, alla luce del provvedimento nazionale, solo i pendolari che svolgono servizio pubblico, come sanitari, forze armate e di polizia. Una stretta ulteriore è arrivata oggi con le nuove misure che impediscono anche gli spostamenti da un comune a un altro.
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