Le Sardine tornano in piazza a Roma, chiedono al governo la cancellazione dei decreti sicurezza, attaccano duro Luigi Di Maio e il M5s, ma criticano anche il Pd per la politica sui migranti. Non si fanno i numeri di San Giovanni a dicembre (sembrano di meno i giovani) e neppure forse quelli di ieri dei cinquestelle nella stessa piazza Santi Apostoli, ma ci sono 7 mila persone, secondo gli organizzatori.
E' l’inizio del tour a Sud - Napoli, Lecce e Taranto - e poi di nuovo su verso Toscana e Marche, regioni che andranno presto al voto. E’ la nuova fase del movimento, che prelude all’incontro nazionale di Scampia a metà marzo per decidere cosa essere. Mancano Mattia Santori, il leader nazionale, e gli altri tre fondatori, impegnati a Bologna per la manifestazione di domani a sostegno di Patrick Zaki, lo studente egiziano detenuto nel suo Paese. E così il palcoscenico - tra partigiani, femministe e migranti - se lo prendono Jasmine Corallo - portavoce Calabria - e soprattutto Lorenzo Donnoli e Massimiliano Perna, esponenti di Emilia Romagna e Sicilia.
Proprio su Zaki il primo va duro sul ministro degli Esteri, «che si fa i selfie mentre Patrick è in mano ai torturatori, è indecente anche come leader di un partito», dice Donnoli. Perna invece si concentra sui migranti. Scontate le critiche all’avversario per antonomasia Salvini, il movimento chiederà al premier Giuseppe Conte di cancellare i decreti sicurezza, nell’incontro che ancora non è fissato. Ma ce n'è anche per il Pd, il partito più vicino alle Sardine. «Possono anche ringraziarci per avergli dato una mano in Emilia e invitarci alle assemblee, ma bisogna cambiare strada», scandisce Perna. E ricorda che Andrea Orlando da ministro ha «ridotto i gradi di giudizio per i ricorsi dei rifugiati» e Marco Minniti «firmato i memorandum con la Libia», dove sono sorti i lager. «E' ora che Zingaretti faccia vedere il cambiamento che ha annunciato», dice poi alla stampa Donnoli, militante Lgbt, che chiede anche una legge sulla transomofobia e le nozze paritarie.
Ma è con il M5S che la polemica è più dura. «Le nostre piazze non sono riempite con i pullman, sono spontanee», afferma Cristallo. E al viceministro Stefano Buffagni che si chiede chi paghi per il palco delle Sardine, «come quello degli U2», rispondono con le cifre della raccolta fondi: «Non abbiamo nessuno dietro, noi». «M5S partitino che fa buffonate», ancora Donnoli, «ma una parte del loro elettorato non lo condivide». Un MoVimento delle origini, più di sinistra, con cui le Sardine potrebbero dialogare, sembra l’auspicio.
Da domani si pensa a Scampia: Santori sarà a Napoli per tastare il terreno in una regione dove il M5S è ancora forte e il 'congressò di marzo nella periferia simbolo suscita qualche diffidenza in chi lotta sul territorio da anni. Obiettivo «parlare con le realtà sociali» e smentire chi li considera, denigrandoli, creatura del Pd o una sorta di movimento giovanile dell’establishment.
(ANSA)
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