È come se fossero scomparse tre città siciliane come Agrigento, Caltanissetta ed Enna. Quasi 150 mila siciliani hanno lasciano l’Isola negli ultimi 70 anni per lavoro, studio o formazione professionale. «Un fenomeno di impoverimento sociale ed economico che va contrastato»: i dati vengono dal Servizio statistica e analisi economica della Regione siciliana e a citarli è Giovanni Di Caro, deputato regionale del Movimento 5 stelle, che ha presentato un disegno di legge contro lo spopolamento dell’Isola e per sostenere gli emigrati siciliani. «Bisogna incoraggiare i siciliani a rientrare in Sicilia», sostiene Di Caro. Il ddl prevede varie iniziative: corsi di formazione e riqualificazione professionale, agevolazioni (contributi sugli interessi dei mutui) per costruire e ristrutturare alloggi, contributi per la creazione di attività produttive, assegni di studio per i figli degli emigrati, riscatti pensionistici, iniziative culturali e sociali, soggiorni in Sicilia per emigrati anziani e vacanze culturali per i giovani figli di emigrati. Tra gli interventi previsti dal ddl anche indagini sul fenomeno migratorio, attività promozionali nei settori produttivi all’estero, contributi sulle spese di viaggio, contributi per la traslazione in Sicilia delle spoglie degli emigrati. Idee frutto pure del contributo di movimenti come 'Si resti arrinescì e delle 'valige di cartonè. «Ai nostri concittadini - commenta il deputato Di Caro - va data l’opportunità di tornare nella loro isola. Gli interventi non graverebbero sul bilancio regionale, in quanto già finanziati con gli stanziamenti già previsti dalla Legge regionale 55/1980, che questo disegno di legge rivede e aggiorna, di fatto sostituendola». Verrebbero inoltre costituiti un registro regionale delle associazioni che operano a favore degli emigrati, con la possibilità di ricevere contributi per attività nel settore, e una Consulta regionale per l’emigrazione. Il testo sarà esaminato dalla quinta commissione (Cultura, Formazione e Lavoro).