Due anni per Claudio Scajola, con sospensione condizionale della pena, ed un anno per Chiara Rizzo, moglie dell’ex parlamentare di Forza Italia ed armatore Amedeo Matacena, latitante a Dubai, con pena sospesa e restituzione dei beni che le erano stati sequestrati.
Assoluzione per Maria Grazia Fiordaliso e Martino Politi, ex collaboratori di Matacena. Questa la sentenza emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, presieduto da Natina Pratticò, a conclusione del processo «Breakfast».
«Pensavo che la mia vicenda processuale si risolvesse già in primo grado. Devo però dire che è andata bene rispetto alla richiesta di condanna a quattro anni e mezzo del pubblico ministero». Lo ha detto Claudio Scajola commentando la condanna a due anni per procurata inosservanza della pena comminatagli dal Tribunale di Reggio Calabria in relazione al suo presunto intervento in favore dell’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa e latitante a Dubai.
«Nulla ovviamente interferirà - ha aggiunto Scajola - con la mia attività di sindaco di Imperia. Sottolineo inoltre che la mia condotta da ministro dell’Interno è stata di assoluta correttezza e di schietta interlocuzione istituzionale con rappresentanti e ambasciatori di altri Stati. Ho cercato di aiutare una donna in gravi difficoltà (Chiara Rizzo, moglie di Amedeo Matacena, ndr) e non Matacena». (ANSA).
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