Venerdì 22 Novembre 2024

Dimissioni Di Maio, Renzi: "M5s ha iniziato un'inesorabile discesa"

Matteo Renzi e Luigi Di Maio

Con le dimissioni di Di Maio «penso che i grillini abbiano iniziato una inesorabile discesa. Erano la novità, adesso sono il passato: del resto è facile fare il populista quando sei all’opposizione, ma se vai al governo tutto cambia». Lo dice Matteo Renzi in un’intervista.  Anche l’esperienza di Virginia Raggi a Roma «dimostra che i 5Stelle sanno fare opposizione ma non sanno governare. Detto questo provo rispetto umano per Di Maio - aggiunge l’ex premier -. Quando sei al top tutti ti adulano, quando perdi tutti ti massacrano. Di Maio conoscerà l’amaro sapore che ha l’ipocrisia degli ex amici: nulla di nuovo sotto il sole, è capitato anche ad altri. E ancora capiterà». Il leader di Italia Viva spera che ora Di Maio «si concentri sul far bene il ministro degli Esteri. L'Italia deve evitare di perdere posizioni importanti, a cominciare dalla Libia». Per Renzi questo governo «ha ottenuto alcuni risultati" dall’aver evitato l’aumento dell’Iva «all’aver messo soldi su famiglie, salute e lavoratori dipendenti», ma si augura che «da lunedì Conte cambi passo. Perché serve un’Italia che torni a crescere. E che riprenda il suo ruolo in Europa e nel Mediterraneo». Venendo a un tema di contrasto come la prescrizione Renzi dice che Italia viva non rivoterà il ddl di Forza Italia: «Sono le misure del governo Conte-Salvini, non di questo - sottolinea -. L’abolizione della prescrizione l’hanno votata i leghisti ed è assurdo: un processo senza fine è la fine della giustizia». Italia viva propone di tornare alle misure "del nostro governo, leggi scritte dall’attuale vicesegretario del Pd Orlando e dall’allora viceministro Costa» e «se su questo Forza Italia vota con noi, per tornare alla nostra legge, sono contento non imbarazzato». Per quanto riguarda invece le elezioni in Emilia Romagna «io spero che vinca Bonaccini» ma "comunque vada il giorno dopo non si deve aprire la crisi di governo. Apriamo i cantieri, altro che le crisi».

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