Bisogna avere fiducia in un Paese che, pur tra tanti problemi, ha le risorse necessarie per un futuro di speranza e coesione. Sergio Mattarella non si nasconde i limiti e le criticità che frenano l’Italia, ma nel discorso di fine anno che rivolge agli italiani a poche ore dal brindisi di mezzanotte cerca di mettere in luce gli elementi positivi e sprona tutti gli italiani a non demoralizzarsi o denigrarsi. Del resto il mondo ci riconosce grandi meriti, dobbiamo essere orgogliosi di «un’identità che è sinonimo di sapienza, genio, armonia, umanità». Se dunque è vero che «l'Italia riscuote fiducia, «quella stessa fiducia deve indurci ad averne di più in noi stessi, per dar corpo alla speranza di un futuro migliore».
Per questo però «dobbiamo impegnarci attivamente nel comune interesse», «con spirito e atteggiamento di reciproca solidarietà». Mentre molti politici, sociologi e osservatori raccontano di un’Italia ripiegata e declinante, il Capo dello Stato tratteggia un controcanto positivo e racconta dei molti esempi di altruismo, riscossa e solidarietà. Come il sacrificio dei vigili del fuoco di Alessandria o del sindaco di Rocca di Papa: «l'Italia vera è una sola, quella dell’altruismo e del dovere».
Certo, anche le istituzioni devono aiutare, evitando sterili polemiche ma «favorendo la coesione sociale» attraverso il buon funzionamento della cosa pubblica, «assicurando decisioni adeguate, efficaci e tempestive sui temi della vita concreta dei cittadini». Ma non solo alla politica è rivolto l’appello alla «responsabilità», che deve essere interpretata da tutti: «singoli cittadini, imprese, formazioni intermedie, associazioni». Molti sono i problemi: il lavoro che manca, il divario Nord-Sud, le crisi aziendali, il rilancio del sistema produttivo. Ma «vi è un’Italia spesso silenziosa che non ha mai smesso di darsi da fare». A questa bisogna guardare, sostenendola e non deprimendola
Così come bisogna trasmettere «fiducia ai giovani» e anche affidare loro responsabilità, perchè spesso hanno mostrato maggiore attenzione verso temi focali, come è successo sui cambiamenti climatici, mostrando di essere proiettati «verso il futuro e senza nostalgia del passato». Bisogna quindi dare loro fiducia evitando «l'esodo verso l’estero». Anche se, visti i dati demografici, è necessario trovare un giusto equilibrio tra gli investimenti sui giovani e la cura verso gli anziani. E non si devono dimenticare le famiglie, che con i loro sacrifici hanno aiutato a superare la crisi, per favorire la loro formazione, sostenerle e sostenere i loro valori di «aiuto reciproco».
In un discorso rivolto ai tanti italiani riuniti con i loro cari poco prima del cenone di fine anno, il Capo dello Stato richiama un valore fondamentale, che è premessa di ogni vivere comune: il civismo. Che è «rispetto delle esigenze degli altri e rispetto della cosa pubblica», «argina aggressività e prepotenze, lacerazioni delle regole della convivenza».
Un senso civico che andrebbe esercitato, insieme al senso della misura, anche tra chi frequenta i social media, evitando la diffusione di allarmi e notizie false. «Preparazione e competenze» sono poi due ingredienti fondamentali per un futuro di sviluppo del Paese. Sia nel rapporto con i media, che dovrebbero informare per evitare che si prendano posizioni preconcette, sia nel rapporto con la cultura. Spesso si legge che l’ascensore sociale si è bloccato, per questo Mattarella loda i tanti centri di cultura e ricerca, dalle università alle istituzioni culturali, ma chiede che esse siano, veramente, «disponibili a tutti».
Il Capo dello Stato ringrazia Papa Francesco, «che mostra ogni giorno di amare il nostro Paese a partire da coloro che versano in condizioni di bisogno e da chi, praticando solidarietà, reca beneficio all’intera comunità civile». Poi saluta, idealmente, Luca Parmitano, che guida la stazione spaziale internazionale, esempio dell’eccellenza dell’Italia in un settore di tecnlogia avanzatissima, e ricorda le sue parole: dallo spazio «appaiono incomprensibili e dissennate le inimicizie, le contrapposizioni e le violenze in un pianeta sempre più piccolo e raccolto».
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