«Dopo aver messo in sicurezza il governo, e chiuso una manovra per tutelare i cittadini, adesso pensiamo al futuro del Movimento 5 Stelle». Luigi Di Maio traccia la linea di confine con cui spera di poter mettersi alle spalle il tormentato traghettamento del Movimento dall’alleanza con la Lega a quella con il Pd, anche se i tormenti del M5s non appaiono finiti. Mentre spunta il nuovo caso, carico di polemiche, dei finanziamenti della società Moby a Casaleggio e al blog di Beppe Grillo, il leader M5s prova a richiamare l'attenzione sui temi più identitari per i pentastellati: dalle banche alle concessioni per le quali torna ad annunciare imminenti riforme. Anche l’ultimo caso della popolare di Bari porterà alla tante volte annunciata riforma della governance di Bankitalia, è convinto il leader pentastellato. «La vigilanza non funziona. Serve una riforma» annuncia Di Maio che chiede alla Banca d’Italia di fare «autocritica: il suo silenzio è imbarazzante». I 5 Stelle hanno preso di mira la recente nomina a Dg dell’ex ragioniere dello Stato Daniele Franco:"troppa autoreferenzialità" dicono i 5S che vorrebbero che il Parlamento avesse voce in capitolo sulla nomina dei vertici. Ma intanto c'è la grana "Moby": seguendo i finanziatori della fondazione Open proprio l’Unità antiriciclaggio della Banca d’Italia, avrebbe riscontrato «operazioni sospette» su un "accordo di partnership" con il sito di Beppe Grillo e per una consulenza con la Casaleggio Associati, siglati tra il 2017 e il 2019 dalla Moby, la compagnia di navigazione di Vincenzo Onorato. Sui blog di Grillo e M5s una ricerca sugli storici dei post evidenza 5 articoli che parlano positivamente della compagnia e di Onorato. «Un’azienda dà 60mila euro a Open: perquisizioni, accuse, aperture dei Tg. La stessa azienda ne dà poi 600mila a Casaleggio e 240mila al blog di Grillo. Tutti zitti» si lamenta il deputato renziano Luciano Nobili mentre anche l’azzurro Maurizio Gasparri chiede «verità» e trasparenza: "Grillo spieghi. Non la faranno franca». Quanto alla gestione del Movimento, il capo politico ieri ha incontrato i facilitatori e ha battezzato un gruppo di lavoro che sarà coordinato da Danilo Toninelli per attivare il percorso per gli Stati Generali che si terranno a marzo. L’obiettivo - annuncia Di Maio - è lavorare ad una nuova carta dei valori del Movimento. Che il percorso possa bastare a fermare la diaspora dei parlamentati però ne corre: in ambienti parlamentari della Camera ormai non si esclude, con qualche apprensione, il passaggio di un gruppo di deputati al Misto per mettere le fondamenta di quello che potrebbe essere il gruppo dei cosiddetti «Contiani». Lo show down è atteso a breve: non ci sarà subito la formazione del gruppo - spiega un parlamentare a conoscenza dell’operazione - ma l’esodo sarà tale da non passare inosservato. L’obiettivo sarebbe quello di dare vita ad una formazione che ricalchi l’operazione avviata da Italia Viva: sostenere la maggioranza di governo, dando la possibilità a chi non se la sente più di rispondere al capo politico M5s di resistere alle sirene leghiste. Tra gli animatori dell’operazione, che vorrebbe ispirarsi ai «grunen» europei, c'è sempre il ministro Lorenzo Fioramonti, dato in uscita dal governo a breve. Intanto il gruppo M5s della Camera torna a riunirsi dopo la sofferta organizzazione del nuovo direttivo: all’ordine del giorno la costituzione di gruppi di lavoro sulla comunicazione e sulla riforma dello Statuto. Resta l’interrogativo sui deputati che avrebbero chiesto di partecipare al concorso per consiglieri parlamentari alla Camera. ANSA