A quasi due mesi dal varo, la manovra arriva finalmente alla prima prova del voto in Senato. E già si prospetta un nuovo dietrofront, questa volta sulla stretta proposta dai relatori sulle finte prime case. Non sono bastate quattro settimane di riflessione della maggioranza in commissione Bilancio a Palazzo Madama, e una serie di vertici compreso l’ultimo di 14 ore consecutive, per chiudere l’intesa complessiva sulle modifiche da apportare. E gli uffici stanno ancora lavorando anche alla copertura per la marcia indietro sulle microtasse: oltre alla tassa sulla fortuna, che potrebbe salire al 20%, dovrebbe essere rivista anche una nuova tassa appena presentata, l’addizionale Ires sui concessionari. Dopo la decisione di restringere la platea ai soli concessionari dei trasporti (autostrade, porti e aeroporti) la Robin tax dovrebbe infatti salire al 3,5%, allineando l'addizionale a quella che già si applica al sistema bancario. L’Imu è insomma un dettaglio, in una legge di Bilancio che comunque ha compiuto il «miracolo» di bloccare gli aumenti Iva, saldando «il conto del Papeete», come dice il ministro Roberto Gualtieri in Tv. Il titolare dell’Economia difende la manovra che porta con sé un «significativo taglio delle tasse sul lavoro», grazie ai 3 miliardi a bilancio per la riduzione del cuneo fiscale, e asili nido «sostanzialmente gratuiti per la stragrande maggioranza dei cittadini italiani». I nidi gratis sono «una fesseria», gli risponde a stretto giro Matteo Salvini sfidando il ministro a tornare in televisione a inizio anno per verificare se si tratti o meno di «una bufala». Sfida accettata da Gualtieri che si dice pronto a incontrare il leader leghista a gennaio, per dimostrare la bontà di una misura che, ricorda anche via Twitter, consentirà di coprire le spese del nido «per il 90% della popolazione Isee». Il voucher nidi, con la manovra, viene modulato su tra fasce: rimane a 1.000 euro per chi ha l'indicatore sopra i 40mila euro, sale a 2.000 euro per le famiglie con Isee tra i 25mila e 40mila euro, e arriva a 3.000 euro per le famiglie meno abbienti, sotto i 25mila euro. Sull'Imu, invece, il ministro frena. La stretta contro i furbetti della prima casa, cioè in genere moglie e marito che fissano la residenza in due abitazioni diverse per evitare di pagare l’imposta sulla casa delle vacanze, è inserita nel pacchetto di emendamenti alla manovra depositati dai due relatori (Dario Stefano per il Pd e Rossella Accoto per il Movimento 5 Stelle). Ma «non è un emendamento del governo" precisa Gualtieri. Si dovrà quindi «esaminare» la proposta ma "penso che daremo parere negativo. Ci sono anche fenomeni di false doppie prime case ma - sottolinea il ministro - bisogna assolutamente evitare di colpire famiglie che ad esempio legittimamente lavorano in posti diversi». Possibile, quindi che già domani l’esecutivo chieda ai relatori di ritirare l'emendamento, oppure di riscriverlo tenendo conto della necessità di tutelare, appunto, i nuclei familiari che hanno bisogno di due prime case perché uno dei due coniugi lavora in un’altra città rispetto a dove risiede la famiglia. La commissione si prepara a una tre-giorni di voto quasi senza sosta, per arrivare a chiudere anche in Aula al Senato entro la settimana. E dovrebbe approvare anche alcune proposte parlamentari, puntando su quelle sponsorizzate da più gruppi: dall’aumento dei fondi contro la violenza di genere alla proroga del credito d’imposta per le partecipazione delle Pmi alle fiere internazionali, passando per gli sconti per la continuità territoriale della Sicilia (chiesto anche da Pd e M5S), fino all’aumento delle borse di studio per l’Università (promosso in particolare da Italia Viva). Resta in attesa anche la riconferma del Bonus verde, annunciato dal ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova e anche tra le richieste di Leu. Tra le proposte del Pd potrebbe trovare spazio il sostegno al biologico, ai vivai e anche ad alcune eccellenze musicali. (ANSA)