Il 4 dicembre del 1999 veniva a mancare Nilde Iotti. Una figura che ha lasciato il segno nella storia italiana del Novecento, una figura emblematica ricordata ampiamente ancora oggi. Una vita caratterizzata dalla formazione cattolica e dall'impegno militante nel Pci, fino alla svolta post-comunista del 1992. Fu la prima donna nella storia dell'Italia repubblicana a ricoprire una delle tre massime cariche dello Stato, ovvero la presidenza della Camera dei deputati per tre legislature tra il 1979 e il 1992. Fu il più lungo mandato a Montecitorio. E a 20 anni dalla sua morte, giovedì 5 dicembre su Rai 1, andrà in onda in prima serata "Storia di Nilde" la fiction con Anna Foglietta che ripercorre la vita della prima donna presidente della Camera. "Dobbiamo tantissimo a Nilde Iotti. Dovremmo onorarla di più. Oggi se fosse ancora viva in Parlamento farebbe tantissimo si batterebbe come una leonessa per evitare le ingiustizie. Io ci credo tanto, prima come persona e poi come artista", ha commentato l'attrice protagonista della docufiction prodotta da Gloria Giorgianni per Anele in collaborazione con Rai Fiction e diretta da Emanuele Imbucci. "Parliamoci chiaro non le somiglio affatto - ha dichiarato nel corso della presentazione a Viale Mazzini - e sarebbe stato controproducente farne una imitazione, dopo che hai avuto la fortuna di vederti assegnare il ruolo che sogni da una vita. Ho cercato è vero di restituire la movenza delle mani, quando parlava sembrava che se suonasse il piano, sempre misurata; era quasi un solfeggio, era come se cercasse, talvolta, le parole l'ispirazione, per aria. La voce era pacata ma chiara diretta. Insomma ho provato, studiando tutto di lei, i suoi discorsi, i materiali video, gli scritti, di coglierne l'essenza". Il racconto prende liberamente avvio da un fatto realmente accaduto: l'arrivo di una lettera inviata all'Avanguardia da una ragazza che lamentava le imposizioni da parte del suo fidanzato in merito alle sue scelte di vita. Nilde le rispose personalmente sul giornale incitandola a riappropriarsi della sua libertà e della sua autonomia. Il rapporto di finzione intrattenuto tra Nilde Iotti e questa ragazza, Rosanna, è il fil rouge di tutta la fiction che segue la vita di Nilde Iotti fin dai suoi primi passi nella politica: dall'adesione alla Resistenza, alla partecipazione all'Assemblea Costituente fino all'inizio dell'attività parlamentare e alla sua relazione sentimentale con Palmiro Togliatti, Segretario del Partito Comunista Italiano e all'epoca sposato con Rita Montagnana. Una storia d'amore che destò grande scandalo soprattutto all'interno dello stesso PCI. Un amore così grande da andare oltre alle difficoltà, primo tra tutti l'attentato a Togliatti avvenuto nel 1948 mentre usciva da Montecitorio insieme alla stessa Nilde. La fiction quindi intreccia momenti intimi e pubblici della vita della coppia, come l'inizio della convivenza e l'adozione della piccola Marisa Malagoli. Il racconto porta alla luce l'autorevolezza politica, il grande carisma, la forte capacità di dialogo e determinazione politica di Nilde, ma anche le sue scelte più anticonvenzionali in un contesto sociale ancora poco preparato alla sua spinta rivoluzionaria. Una delle sue battaglie più importanti fu quella di convincere nel 1974 Enrico Berlinguer a schierare il Partito Comunista per il no al referendum abrogativo della Legge sul divorzio. Molto forte infatti il sentimento femminista di Nilde Iotti, tra le firmatarie, nel 1955, anche di una proposta di legge per l'istituzione di una pensione e un'assicurazione per le casalinghe. Tra le sue frasi celebri per esempio: "La presenza delle donne in Parlamento ha elevato i problemi delle donne come parte integrante della vita politica italiana. In passato questi problemi venivano tenuti a margine". Nel corso del suo discorso di insediamento alla Camera disse infatti commossa: "Io stessa – non ve lo nascondo – vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione. Essere stata una di loro e aver speso tanta parte del mio impegno di lavoro per il loro riscatto, per l'affermazione di una loro pari responsabilità sociale e umana, costituisce e costituirà sempre un motivo di orgoglio della mia vita". A proposito poi del diritto di voto alle donne ebbe modo di commentare: "Dal momento che alla donna è stata riconosciuta nel campo politico la piena eguaglianza col diritto di voto attivo e passivo, ne consegue che la donna stessa dovrà essere emancipata dalle condizioni di arretratezza e di inferiorità in tutti campi della vita sociale, e restituita ad una posizione giuridica tale da non menomare la sua personalità e la sua dignità di donna e di cittadina". Sul ruolo istituzionale delle donne ebbe anche a dire: "Credo che siano maturi i tempi per una donna al Quirinale. Questo anche grazie al lungo cammino compiuto dalla donne in questi 50 anni nella lotta per i diritti e per una completa parità". Celebre anche il suo commento sugli armamenti nucleari: "La gara atomica è giunta a un limite pericoloso ed intollerabile, questo lo comprendono i cittadini semplici di ogni paese. È giunto il momento che lo comprendano anche i loro governanti".