Nel giorno in cui si radunano a Marsala, ultima manifestazione dopo Bologna, Modena e Palermo, e spuntano anche a New York, è stata oscurata la pagina Facebook delle "sardine". Solo questa notte, ovvero alcune ore dopo, è tornata on line. Ma non sono mancate le polemiche. Le stesse sardine lo hanno comunicato su una pagina social gemella e lo ha confermato Mattia Sartori, portavoce dei quattro ragazzi di Bologna. "In mancanza di post offensivi, violenti o lesivi dei diritti della persona, è stata comunque bersaglio di un gran numero di segnalazioni. Questo ha automaticamente generato l'oscuramento della pagina. Si vede che un mare silenzioso fa molto più rumore di quanto si possa pensare", scrivono. Dopo Bologna, Modena e Palermo, le "sardine" invadono anche Marsala. Freddo e vento ieri non hanno fermato il popolo dei manifestanti che si sono dati appuntamento in piazza della Vittoria, davanti alla Chiesa Madre. Non ci sono stati i grandi numeri delle altre piazze, ma un significativo numero di sardine ha elevato al cielo il loro canto sulle note di “bella ciao”, diventata canzone simbolo del movimento, spesso emblema della sinistra ma in questa circostanza inno di riconquista della libertà. Manifestazione ieri anche oltre oceano: il grido anti-populismo delle "sardine" arriva anche nell'America di Trump e si fa sentire a New York, a Washington Square Park, per antonomasia la piazza della contro-cultura. Non è stato però un bagno di folla. All'ombra delle statue di Garibaldi e di George Washington, meno di 200 persone hanno sfidato la pioggia e risposto all'appello di un gruppo di expat, identificatisi come "Sardine atlantiche", che ha deciso di lanciare il proprio messaggio di solidarietà al recente movimento formatosi a Bologna in segno di protesta contro la politica di Matteo Salvini, assicurando che Italia e Stati Uniti non sono poi così lontani. Attraverso i social era stato invitato a partecipare chiunque avesse voglia di "denunciare la retorica dell'odio, della discriminazione, dell'esclusione dei più deboli che sta infestando come erba cattiva la nostra politica". Questo perché "guardiamo agli Stati Uniti e all'Italia con le stesse preoccupazioni, rigettando ogni forma di discriminazione, razzismo, xenofobia e populismo", spiegano gli organizzatori, che sono studenti, artisti, lavoratori e professionisti, con età diverse, background diversi "ma valori comuni: antifascismo, nonviolenza, inclusione, multiculturalismo". E a New York come a Bologna il gruppo è nato in modo spontaneo.