«Massimo rispetto per la sentenza della corte Costituzionale». Lo dice Nino Di Matteo a proposito della decisione sull'ergastolo ostativo ai mafiosi e sulla possibilità di avere dei permessi. Poi, il magistrato aggiunge: «Sulla scia della sentenza bisogna evitare che questo varco diventi molto più largo» .
Serve «che il legislatore metta dei paletti». E la prova che il mafioso non abbia più rapporti con la criminalità «non può essere desunta solo dalla condotta carceraria». Bisogna stabilire che tipo di «prova serve per accedere ai permessi», ha spiegato.
L’ergastolo «è l’unica pena detentiva a spaventare i capi delle mafie». Di Matteo ha ricordato che Riina diceva: «Ci dobbiamo giocare i denti per evitare l’ergastolo». E proprio nel tentativo di attenuare il carcere a vita fu dato l’avvio del ricatto della mafia allo Stato nel biennio 1992-1994.
«Le mafie sanno cambiare le loro strategie come il serpente cambia la pelle. Liberalizzare le droghe leggere colpirebbe il crimine organizzato solo momentaneamente, perchè poi indirizzerebbe le sue strategie su altro. Sono contrario alla liberalizzazione delle droghe leggere, sono contrario a uno Stato che si arrende e che faciliterebbe con la liberalizzazione una maggiore diffusione delle droghe». Lo ha detto il consigliere del Csm Nino Di Matteo intervistato da Lucia Annunziata a 'Mezz'ora in più'.
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia