Il centrodestra stravince le elezioni regionali in Umbria. Una sconfitta netta per l'alleanza centrosinistra-M5s che sancisce la vittoria del presidente Donatella Tesei che ottiene il 57,55% distaccando di venti punti la coalizione a sostegno di Vincenzo Bianconi (37,48%). Ma è soprattutto la rivincita di Matteo Salvini, perchè la Lega conquista circa il 37% dei voti mentre FI scende quasi al 5%, quasi doppiata da Fdi. "E' una lezione di democrazia, qualcuno a Roma avrà da riflettere", gioisce, a Perugia, il leader leghista. "Avete votato e scelto la libertà a nome di 60 milioni di italiani. Perché per i signori Conte, Di Maio, Renzi e Zingaretti che sono momentaneamente e abusivamente occupanti del Governo nazionale i giorni sono contati".
E questa mattina durante la conferenza stampa sul voto, Salvini a rincarato la dose: "Chi semina tradimento raccoglie tradimento, lascio a Di Maio, Conte e Zingaretti i loro dubbi, noi andiamo avanti. Avevo scommesso sul più 10%, mai avrei pensato a più 20%. E' un voto che ha anche una valenza nazionale, Conte continua con la sua arrogante distruzione dell'Umbria, sbagliare è umano ma perseverare è diabolico... ogni giorno si apre un problema nuovo".
Altissima l'affluenza, al 64,4%, nove punti in più rispetto al 2015. Del resto, nel Giardino d'Italia ci hanno messo la faccia tutti i leader nazionali e, sul finale della campagna, anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, protagonista della foto di Narni con Luigi Di Maio, Nicola Zingaretti e Roberto Speranza. Una reunion che, evidentemente non ha pagato.
Salvini affonda il coltello nella ferita che lascia il segno nell'alleanza di governo: "Il primo voto vero ha dimostrato che gli italiani non apprezzano il tradimento. Qualcuno al governo deve ritenersi abusivo già questa notte", commenta il leader della Lega definendo un "omino" Conte per aver, a parere del leader della Lega, minimizzato l'importanza del voto in Umbria dicendo che non è un test per il governo. "Il centrodestra ha il diritto e il dovere di governare il Paese", gli fa eco Silvio Berlusconi mentre Giorgia Meloni aggiunge: "Fossi in Conte rassegnerei le dimissioni più velocemente della luce. Se avessero un po' di dignità non arriverebbero a domattina".
Ma lo strapotere leghista riaccende anche lo scontro dentro la coalizione del centrodestra, con FI che rischia di smembrarsi in direzione Fdi da un lato e Italia Viva dall'altro. Tanto che la Meloni torna a chiedere primarie interne per la leadership del centrodestra. Primarie? "La Lega è al 40%, mi sembra che gli italiani hanno già deciso", chiude Salvini.
Potrebbero esserci conseguenze sulla batosta in umbria per l'alleanza M5S-Pd, anche se il governo non è in discussione, e ciò viene ribadito sia dai Dem sia dal Movimento. Ma sulle Regionali 2020 la sensazione è che Di Maio voglia tornare all'antico, a cominciare da Emilia Romagna e Calabria. Anche perché l'alleanza con il Pd non ha pagato né per la coalizione di governo né per il Movimento che ha preso meno della metà dei voti dei Dem.
"Il patto civico per l'Umbria lo abbiamo sempre considerato un laboratorio, ma l'esperimento non ha funzionato. E questa esperienza testimonia che potremo davvero rappresentare la terza via solo guardando oltre i due poli contrapposti", si legge in un post del M5S su Facebook che assicura, comunque, come al governo "si rispetteranno gli impegni".
Ma il rischio è che già nelle prossime ore Di Maio torni nel mirino dei malpancisti, dagli ex ministri come Lezzi e Grillo a chi non ha mai digerito il Conte 2 a chi, infine, vorrebbe una rivoluzione nella leadership. E in Calabria ed Emilia-Romagna è molto difficile che il M5S accetti un nuovo patto con il Pd che vedeva, già prima dell'Umbria, un ampio scetticismo nella base e tra i parlamentari.
"E' una sconfitta netta" ma il "risultato conferma, malgrado scissioni e disimpegni, il consenso delle forze che hanno dato vita all'alleanza", è il commento di Zingaretti. Ma lascia intendere che rispetto alle Europee i Dem hanno tenuto nonostante la scissione di Matteo Renzi che, per ora, non commenta la sconfitta. E Zingaretti frena anche le polemiche interne al governo, facendo implicito riferimento anche al M5S.
"Rifletteremo molto su questo voto e le scelte da fare, voto certo non aiutato dal caos di polemiche che ha accompagnato la manovra economica del Governo", spiega il segretario Dem. Che, nelle prossime ore, potrebbe avere a che fare anche lui come Di Maio, con il malumore interno. "La sconfitta non ha ripercussioni sul governo ma impone una riflessione sulle alleanze", spiega Andrea Marcucci. E Matteo Renzi? Non commenta ma è possibile che, già da domani, da Italia Viva bollino come un errore la foto di Narni. Quella foto che li ha visti assenti. Ed è un'assenza che, nei Dem, non vorrebbero fosse replicata in Emilia-Romagna, dove i candidati renziani dovrebbero essere inseriti nella lista Bonaccini, senza simbolo.
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