Il carcere agli evasori è "una svolta epocale" e "culturale". Lo rivendica il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, in un'intervista in apertura del Corriere della Sera. "Questa riforma è uno dei tasselli della lotta all'evasione fiscale, fra i più importanti. I cittadini - evidenzia il guardasigilli M5s - devono sapere che lo Stato fa pagare il dovuto a tutti, e ciò consentirà a tutti di pagare meno". "I grandi evasori sono parassiti che camminano sulla testa dei cittadini onesti, un fenomeno che non può rimanere impunito. Governo e maggioranza compatti hanno dato un segnale chiarissimo e netto", afferma Bonafede, che si mostra tranquillo per il passaggio parlamentare: "Il decreto è stato votato nei suoi contenuti dopo un'attenta interlocuzione con tutte le forze politiche che sostengono il governo. Ho fatto parlare e ho ascoltato tutti, anche i rappresentanti di Italia viva, e alla fine questo è il testo concordato", spiega. "È il risultato di un lavoro di squadra, perciò non mi aspetto ripensamenti né trappole in Parlamento". Bonafede esclude la possibilità che il decreto ingolfi i tribunali: "Si parla di una soglia minima di 100.000 euro, non di tutte le evasioni fiscali. Secondo l'Agenzia delle Entrate, coloro che evadono oltre quel limite rappresentano l'82,3% delle somme evase nel totale: di fronte a questa situazione è inaccettabile che lo Stato rinunci all'azione penale", sottolinea. "Il problema dell'ingolfamento dei tribunali ci sarebbe stato senza la soglia minima, ma così mi pare che non si ponga".