Sembrava essersi fermato il cammino del tavolo tecnico per l'uso terapeutico della cannabis. Con un proprio decreto, l'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, aveva istituito, a luglio del 2018, un organismo che per la prima volta in Sicilia dovrebbe consentire l'individuazione delle linee guida per la somministrazione di farmaci galenici con presenza di cannabinoidi per curare alcune specifiche patologie. Lo stesso assessore aveva dichiarato che in Sicilia veniva avviato "un percorso specifico di innovazione farmacologica in linea con lo standard di altri territori europei" ma aveva anche sottolineato che occorrevano "ulteriori approfondimenti per determinare altri aspetti nel rapporto fra rischi e benefici che possono scaturire dalle cure a base di cannabinoidi". Il gruppo di lavoro, così come lui stesso preferisce chiamarlo, si è però riunito soltanto due volte, il 13 luglio del 2018 quando l'assessore ha partecipato all'incontro dichiarando di voler affrontare il problema relativo alla cannabis terapeutica “a tutto tondo” e in maniera “laica” e il 13 marzo del 2019; poi più nulla. Durante gli incontri, e in particolare nell'ultimo, si è anche parlato della possibilità di coltivazione in Sicilia che, come sostiene l'avvocato Marco Traina, "è necessaria e porterebbe diversi benefici sia dal punto di vista occupazionale che di introiti per la Regione ed infine anche per l'approvvigionamento di medicinali galenici che spesso mancano". "L'assessore - continua l'avvocato Traina - proprio per la delicatezza del tema “coltivazione” ha fatto presente che esistono presidi di particolare attenzione, in virtù del fatto che in Italia l'unico centro dove si produce cannabis ad uso terapeutico è presso una caserma fiorentina. Il tavolo tecnico, dal mio punto di vista, dovrebbe affrontare con particolare analisi anche questa tematica anche se mi è stato riferito che il gruppo di lavoro non è competente in materia di coltivazione poiché non rientrerebbe nelle competenze dell'assessorato alla sanità". Ma l'avvocato Traina è andato oltre e, proprio in virtù dei benefici che la coltivazione potrebbe portare alla Sicilia, ha deciso di contattare l'Esa per capire quanto possa essere possibile coltivare la cannabis a uso terapeutico. "Mi è stato detto che l'Esa avrebbe pure dei terreni da destinare a tale coltivazione, ma che al momento nessuno ha provveduto a contattare l'Ente di Sviluppo Agricolo. Nella prossima riunione, che spero non tardi ad arrivare, spero si affronti quest'argomento". Incontro che, fanno sapere dall'assessorato, avverrà prossimamente. Entro 10 giorni circa, infatti, i componenti del tavolo tecnico verranno convocati nuovamente in assessorato per continuare i lavori e approfondire alcuni aspetti esaminati preliminarmente durante le scorse riunioni.