Al Quirinale è il giorno dei big. Sono ore cruciali al Colle, dove va in scena il secondo atto delle consultazioni da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo le dimissioni presentate dal premier Conte e l'avvio della crisi di governo. Ieri il Capo dello Stato ha sentito telefonicamente il presidente Emerito, Giorgio Napolitano, ha incontrato il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il presidente della Camera, Roberto Fico, il Gruppo per le Autonomie SVP-PATT,UV del Senato, il Gruppo Misto del Senato e della Camera e il Gruppo parlamentare di Liberi e Uguali. La maggior parte dei rappresentanti dei gruppi ascoltati da Mattarella si è detto disponibile a sostenere un governo di ampio respiro, di lunga durata e solido. Ma la giornata cruciale sarà oggi quando al Colle saliranno in mattinata i Gruppi di Fratelli d’Italia, Partito Democratico, Forza Italia, mentre nel pomeriggio i Gruppi della Lega e del M5S. La certezza al momento è che i tempi sia per un nuovo governo sia per l'eventuale ritorno al voto sono stretti. Entro ogg il Quirinale intende accertare senza sfumature se c'è una maggioranza che non vuole andare al voto. Visto che Nicola Zingaretti si è già espresso con chiarezza toccherà a Luigi Di Maio sciogliere la riserva. E lo dovrà fare sia all'interno dello studio "alla vetrata" che all'esterno spiegando la linea agli italiani. L'eventuale nuovo Governo dovrebbe formarsi quindi in tempi brevi. E non deve essere un governicchio o un esecutivo con la data di scadenza incorporata. Mattarella ha fatto presente che un nuovo governo non può e non deve essere un Governo contro le elezioni, ma un esecutivo saldo, con una maggioranza politica certificata e, soprattutto, con un programma di respiro per la legislatura. Tra i nomi per Palazzo Chigi, oltre a quello di Roberto Fico e Raffaele Cantone, spunta anche quello dell’ex ministro Severino. E sarebbe stato fatto anche a palazzo Grazioli, durante la riunione che si è tenuta alla presenza di Berlusconi e dei vertici azzurri. Le trattative tra Pd e M5s vanno avanti, proprio alla ricerca di un premier di garanzia. E in FI si ritiene che uno dei possibili punti di convergenza tra dem e pentastellati possa essere l’ex ministro del governo Monti.