L'annullamento dell'elezione di Davide Faraone a segretario del Pd in Sicilia crea un solco all'interno del partito. All'indomani della decisione è Fausto Raciti a parlare, lui che il partito democratico in Sicilia lo ha guidato in un recente passato. "La scelta di annullare l'elezione di Davide Faraone, che era anche l'unico candidato alla segreteria, si commenta da sola. Vista l'anomalia di un unico grado di giudizio, l'unico posto in cui può essere contestata è un tribunale. Ma è significativo che ogni tentativo di mediazione, per rimediare a una mancanza di rappresentanza di una parte del Pd sia stato respinto". Raciti è duro nei confronti di molti colleghi di partito: "Sul piano politico - continua il deputato - non mi stupisce che fiocchino già le candidature a rimboccarsi le maniche per ricostruire il Pd da parte degli stessi protagonisti degli ultimi trent'anni, questa era l'occasione che aspettavano e la ragione per cui secondo alcuni non si doveva celebrare il congresso regionale o comunque bisognava invalidarlo". Poi attacca: "Mi stupisce molto di più che si fingano preoccupati per la credibilità del Partito democratico senza avere ritenuto di dire una parola sul fatto che Giuseppe Lupo continui a esercitare il ruolo di capogruppo in Regione nonostante le abbondanti ragioni politiche che avrebbero dovuto indurre almeno una riflessione sull'opportunità di uno spontaneo passo indietro".