Il governatore Nello Musumeci ha deciso di ritirare l'emendamento che fissava a ottobre le elezioni di secondo grado per le ex Province. Lo ha comunicato stasera il presidente dell'Ars, Gianfranco Micciché, dopo un breve confronto con il presidente della Regione. Il tema era stato al centro, oggi pomeriggio, di un aspro dibattito in Aula dopo che nella seduta precedente i deputati di centrodestra avevano approvato una norma che stoppava l'imminente voto di giugno per rinviarlo alla primavera del 2020. Domani una conferenza dei capigruppo deciderà come procedere: Micciché ha proposto un ddl ad hoc.
Era stato lo stesso Musumeci a dirsi disponibile a un ritiro, forse annusando a Sala d'Ercole l'aria non favorevole. Di "osceno teatrino", parla il M5S, "con fughe in avanti e penose marce indietro di cui i siciliani avrebbero fatto volentieri a meno. Alla fine l'emendamento della maggioranza, che sanciva lo slittamento delle elezioni degli organi delle ex Province alla primavera del 2020, e' stato ritirato dal governo, come auspicato dal Movimento. L'esecutivo, non fidandosi della sua maggioranza, ha preferito non rischiare una nuova figuraccia in aula".
Per il capogruppo Francesco Cappello, "il voto dell'emendamento sarebbe stato un oltraggio al regolamento. Resta comunque l'immagine plastica di una maggioranza inesistente e rissosa, pronta a sgambettare in qualsiasi momento il governo e la Sicilia". Per il capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo, "invece di proseguire il balletto sulla data delle elezioni, il presidente della Regione dovrebbe dedicare una seduta dell'Ars a questi temi per trovare, tutti insieme, una strategia di rilancio degli enti. Assetto finanziario, gestione del personale, assistenza ai disabili, servizi per la manutenzione di strade e scuole: sono questi i veri nodi da affrontare". (AGI)
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