Quote tonno, in Sicilia tutti contro Roma. Musumeci: "Non ci sto". Scontro aperto Miccichè-Lega
Sulle quote tonno si accende lo scontro con Roma. Tutti i partiti, dal Pd a M5s, passando per Forza Italia; ma anche le istituzioni, dagli assessori regionali Edy Bandiera e Mimmo Turano fino al governatore Nello Musumeci: tutti insorgono contro il decreto del ministero sulle quote pesca, che rischia di fare chiudere i battenti alla tonnara di Favignana, dopo appena due settimane dal suo riavvio. "Non ci sto! - afferma Musumeci -. Lo dico lontano da ogni spirito polemico e nel rispetto della leale collaborazione tra le istituzioni. Dopo anni di chiusura, proprio ora che grazie a un imprenditore coraggioso la Tonnara di Favignana è stata riaperta, la ripartizione delle quote di pesca, decise dal governo centrale per quell'impianto, non è compatibile con la sostenibilità finanziaria di un progetto serio. Per questo motivo, ho già chiesto al ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, di fissare un Tavolo tecnico a Roma per riesaminare il decreto di assegnazione delle quote tonno, magari in un utile confronto con le autorità sarde. La Sicilia non può subire una così pesante e ingiusta penalizzazione. Al di là di ogni ragione regolamentare, spetta alla politica il compito di garantire equilibrio ed equità. Ed è quello che chiedo per la mia Isola al governo nazionale". E la polemica sulle quote pesca rischia di sconfinare nel terreno dello scontro politico e di fare sfumare il piano di Nello Musumeci - annunciato dopo i risultati delle elezioni europee -, di un nuovo "soggetto politico". Mentre nel centro-destra emerge, almeno in Sicilia, una spaccatura forte tra Forza Italia, guidata da Gianfranco Miccichè, e la Lega. È proprio il presidente dell'Ars a scagliarsi contro il Carroccio: "Continuiamo così, continuiamo a votare Lega e Salvini, consegniamo le chiavi del Paese a gente che affama il Sud: facciamoci del male", ha detto Miccichè. Parole che non sembrano lasciare spazio ad alcuna possibile alleanza. E dalla Lega c'è chi chiede l'intervento diretto di Silvio Berlusconi: "per riportare il suo principale referente siciliano alla ragione ed impedirgli di fare ulteriori danni al proprio partito ed all’intero governo regionale di centrodestra", replica l'europarlamentare leghista eletta in Sicilia, Francesca Donato. "Miccichè - prosegue - si rende ancora una volta protagonista di polemiche faziose e infondate, tese unicamente ad attaccare la Lega e il vicepremier Salvini. Dopo la pesante debacle elettorale alle elezioni europee, non trova di meglio che reagire con commenti scomposti, dai toni oltraggiosi nei confronti di rappresentanti delle istituzioni nazionali, dimostrando la propria assoluta inadeguatezza a ricoprire l’incarico di presidente dell’Ars, che richiederebbe come minimo moderazione ed obiettività nelle posizioni politiche". lo afferma Francesca Donato, parlamentare europea della Lega eletta in Sicilia. Alle quote tonno dicono no anche i grillini siciliani. "La tonnara di Favignana è un patrimonio siciliano da tutelare, per questo la settimana prossima faremo un incontro al ministero delle Politiche agricole per portare le sue istanze alla parte politica e tecnica di questo dicastero". Lo afferma il deputato alla Camera del M5S, Antonio Lombardo, che assieme ai senatori Francesco Mollame e Vincenzo Santangelo ha incontrato il consiglio di amministrazione dell'Azienda storica Castiglione per discutere dell'attribuzione delle quote tonno 2019. "Quest’impresa – afferma Lombardo - che dopo anni , ha deciso di riprendere la pesca del tonno rosso, rinnovando un'attività fortemente legata alla tradizione e cultura siciliana va assolutamente tutelata. Approfondiremo ancora meglio la questione in tutti i suoi aspetti di concerto con gli uffici competenti e col ministero per cercare di dar risposte concrete a questa azienda". Il sottosegretario per i rapporti con il Parlamento, Vincenzo Santangelo del M5s sostiene che "il decreto del sottosegretario alle politiche agricole Manzato non consente effettivamente alla tonnara di piazzarsi nuovamente sul mercato". Per questo dalla prossima settimana si attiverà affinché "torni ad essere il fiore all’occhiello nella pesca del tonno rosso nel Mediterraneo". Una posizione contestata da Manzato che parla di "strumentalizzazioni". "Un solo errore ho commesso" - si sfoga l’imprenditore Nino Castiglione, che in due anni ha investito 700mila euro nella tonnara a Favignana -: Credere nella buona fede della politica". "Contavamo di ottenere cento tonnellate o, nella peggiore delle ipotesi, settanta. Invece la quota assegnata dal ministero è di sole 14 tonnellate. Non voglio fare polemica, dico solo che se questo è il metodo della politica per sviluppare il Mezzogiorno possiamo chiudere bottega". "Il calo della tonnara - spiega - coinvolge, oltre l’indotto, 40 unità lavorative, nonché l'impiego di imbarcazioni e reti. Un imprenditore che investe centinaia di migliaia di euro - è la sua analisi - ha piena consapevolezza dei rischi che corre, ma può sopportare quelli imprenditoriali non quelli di una politica incapace di sostenere chi decide di creare sviluppo e salvaguardare le tradizioni di un territorio". Oggi a Favignana si è recato anche Davide Faraone, segretario regionale del Pd Sicilia: "Perché la vicenda delle quote tonno grida vendetta. Sono qui per difendere i pescatori, gli imprenditori. Non in nome di un partito, ma nel nome della Sicilia. Faremo le barricate contro il governo Lega-M5S", scrive su Twitter il segretario del Pd Sicilia, Davide Faraone. Gli fa eco anche l'europarlamentare del Pd, Pietro Bartolo: "Il decreto sulle quote tonno va ritirato e riformulato - scrive sui social -, non ci sono altre alternative".