La Sicilia arriva in ritardo, anzi non si presenta proprio all'appuntamento sul taglio dei vitalizi. Al tavolo dei rappresentanti delle Regioni, chiamato a decidere le regole per ridurre i vitalizi agli ex parlamentari, mancava solo un rappresentante siciliano. Da Palermo non è andato nessuno a Roma. E intanto il tempo scorre: mancano meno di due mesi (termine 30 maggio) per recepire quanto è stato deciso a livello nazionale.
Come si legge sul Giornale di Sicilia in un articolo di Giacinto Pipitone, la conferenza delle Regioni ha fissato le regole per ridurre gli assegni a tutti gli ex consiglieri regionali d'Italia: nel caso della Sicilia quelli degli ex deputati all'Ars.
In media la sforbiciata inciderà per il 40% sugli importi attuali. Viene introdotto comunque un limite base: l'assegno vitalizio non può essere inferiore al doppio della pensione minima erogata dall'Inps, che vale poco più di 500 euro.
In Sicilia sono circa 300 gli assegni che dovrebbero subire i tagli, 187 dei quali a ex parlamentari e il resto ai loro eredi. Costano ogni anno circa 19 milioni e per effetto delle norme che stanno per entrare in vigore dovrebbe materializzarsi un risparmio di almeno 7 milioni. Ma l'Ars prende tempo.
Il presidente Miccichè ha scelto di nominare una commissione in cui ogni partito deve essere rappresentato e al momento non è nemmeno completa.
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