Assunzioni più facili negli enti locali. Già dal 2019 nelle Regioni e nei Comuni il numero delle nuove entrate non sarà più vincolato a quello delle uscite, dei pensionamenti, ma risponderà solo a un "valore soglia" che verrà individuato attraverso un decreto ad hoc. È la novità prevista dal decreto crescita, che pone - come richiesto da lungo tempo - le basi per il superamento della regola del turnover, con l'obiettivo di liberare e potenziare la capacità assunzione delle amministrazioni sul territorio, rapportandola alla sostenibilità finanziaria.
Un provvedimento P.a.-Mef, da emanare entro 60 giorni dal dl Crescita, stabilirà le percentuali a cui rapportarsi per determinare il budget a disposizione di ciascuna amministrazione, tenendo anche conto dei livelli demografici, ovvero della popolazione residente nella Regione o nel Comune in questione.
Il "valore soglia" scaturirà dal rapporto tra spesa del personale e spesa corrente. Verranno quindi anche definiti i valori massimi di incremento per gli enti che si trovano sotto la soglia stabilita. Al contrario quelli che la superano dovranno scendere sino a raggiungere il tetto indicato entro il 2025.
Per gli enti locali che non si atterranno alla regola scatterà un piano di rientro, con il blocco del turnover al 30%. Nel decreto Crescita c'è anche lo sblocco delle assunzioni nella sanità, con l'eliminazione del paletto che ancorava la spesa per il personale al 2004, riducendola dell'1,4%.
Ogni anno la spesa, partendo dal livello del 2018, potrà essere aumentata del 5% rispetto all'allargamento del fondo sanitario regionale. Inoltre dal 2021 sarà possibile una rideterminazione dei rialzi. In particolare, potranno essere conteggiati anche i risparmi ottenuti dalla riduzione di servizi esternalizzati.
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