Lunedì 23 Dicembre 2024

Violenza donne, Bongiorno: "Confermo tutto, da castrazione chimica alla parola isterica"

La ministra per la Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno

«Non ho nulla di cui scusarmi, questa volta. E glielo dico col cuore. Sono rimasta intrappolata nella rapidità a cui in quest’epoca i social, ma lo stesso vale per la tv, ci costringono: Io mi occupo di questioni per cui serve spiegare tutto e bene, purtroppo le cose che dovevo dire le ho sintetizzate in tv e sui social con un segno in schedina». Così il ministro Giulia Bongiorno, in un’intervista al Corriere della Sera, torna sul suo criticato tweet (sul Codice Rosso tre giorni servono a stabilire 'se si ha a che fare con un’isterica o con una donna in pericolo di vita'). «Isterica - precisa - fa parte del mio vocabolario solo come citazione altrui». E conferma la sua proposta della castrazione chimica. «Quell'isterica - precisa - non è mio. Moltissimi detrattori della norma Codice Rosso che ho incontrato sulla mia strada, nell’insistere sulla tesi secondo cui molte delle donne che denunciano una violenza in realtà non l’hanno subita, citano sempre quella parola. 'E se è un’isterica?', 'Perdiamo tempo a causa di un’isterica?', cose così. Per me, tutte le donne che denunciano una violenza vanno sentite entro tre giorni, poi si vede se chi denuncia dice la verità o calunnia». Quanto alla castrazione chimica, «io non voglio castrare nessuno. Sono per la castrazione chimica come lo è la commissione anti tortura del Consiglio d’Europa. E cioè a tre condizioni: che il reo lo accetti, che ci sia il consenso informato, che il trattamento non sia irreversibile».

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