Un’avvilente quanto pericolosa deriva mediatica impazza sui social e prende di mira una giovane deputata nei cui confronti si scatena un vero e proprio caso, forse il primo, di «revenge porn» politico. Una pratica, stigmatizzata dalle forze politiche dell’intero arco costituzionale, che ora il M5s intende debellare avviando la discussione di un disegno di legge per prevenire e punire la pubblicazione e diffusione di materiale sessualmente esplicito senza il consenso della persona coinvolta. A finire nel mirino è Giulia Sarti, deputata riminese del M5s, già colpita da anonimi «hacker» nel 2013 che, poco dopo il suo primo ingresso in Parlamento, annunciarono di aver 'bucato' la sua mail entrando in possesso di foto o video «hard». Ora la deputata, rieletta in Parlamento, è di nuovo finita nell’occhio del ciclone per essere una dei protagonisti del cosiddetto scandalo «Rimborsopoli» del M5s, una vicenda che tra scambi di accuse e responsabilità ha riportato l’attenzione sull'esistenza di video «hot» della deputata. Video e foto, in un caso addirittura 'fake', che complice la facile diffusione via social, si dice stiano impazzando sui telefonini di mezzo Parlamento e tra i giornalisti. Tanto da indurre il Garante della Privacy ad intervenire per richiamare i media ad uno scrupoloso rispetto del codice deontologico che, neanche a dirlo, impone ai giornalisti di «astenersi dal diffondere dati riguardanti la sfera intima di una persona per il solo fatto che si tratti di un personaggio noto o che eserciti funzioni pubbliche». L'intervento del'Authority arriva dopo le rivelazioni di Otto e Mezzo che ha lanciato l’allarme sulla circolazione tra i mezzi di informazione di immagini private che sarebbero state registrate nell’abitazione della parlamentare. E la cui esistenza era stata rivelata a Le Iene, dall’ex collaboratore e fidanzato della deputata Bogdan Tibusche, che avrebbe installato, su richiesta della Sarti, un impianto di videosorveglianza in casa. Una circostanza che al di là della pruriginosa attenzione dei più solleva anche un caso politico. Il Pd si rivolge al Presidente della Camera, Roberto Fico, per chiedere di verificare se sia vero che a casa dell’ex presidente della commissione Giustizia della Camera del M5s venissero «effettuate riprese video di incontri politici» o a carattere istituzionale. Una polemica che non offusca tuttavia la solidarietà che arriva alla parlamentare e che vede colleghe di tutti gli schieramenti, da Da Alessia Rotta a Paola Taverna, da Laura Boldrini a Giorgia Meloni e Mara Carfagna, manifestare vicinanza per questo «vergognoso atto di cyber-bullismo». Non solo. Mentre dalle forze politiche arrivano attestati di solidarietà bipartisan nei confronti della deputata, al Senato il M5s parte al contrattacco. La senatrice pentastellata Elvira Evangelista annuncia l’inizio della discussione in Commissione Giustizia del ddl sul Revenge Porn. «Spesso questi comportamenti sono frutto di vendette da parte di ex partner. È un fenomeno drammatico che ha ormai assunto una portata preoccupante» lancia l'allarme la senatrice che avverte: «accade ovunque in Italia, dobbiamo intervenire con urgenza per punire questa violenza». E ricorda il caso di Tiziana Cantone, la giovane napoletana suicida dopo la diffusione di un video hard che la riguardava.