«La nomina di Antonio Scavone ad assessore regionale del governo Musumeci risponde ancora una volta alla logica dell’affidamento di poltrone a nomi suggeriti da amici e alleati piuttosto che a reali meriti sul campo. Del curriculum di Scavone, il presidente Musumeci, dovrebbe raccontare che figura anche una condanna da parte della Corte dei Conti di quasi 400 mila euro relativa alla gestione del suo ruolo di direttore generale dell’Ausl di Catania, oggi Asp 3». Lo dice il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars, Francesco Cappello, che critica la nomina di Scavone all’assessorato regionale alla famiglia. «Dici Scavone e leggi Raffaele Lombardo - sottolinea -. Come può fare gli interessi dei siciliani un professionista che ha cagionato un danno alla cosa pubblica? Il processo contabile con la sentenza definitiva che ha inchiodato Scavone, ex direttore generale dell’Ausl 3 di Catania, ruotava attorno ad alcuni incarichi esterni conferiti dall’Azienda sanitaria. Morale: Musumeci ha una strana concezione del manuale Cencelli, quindi più danni hai fatto e più meriti un incarico. Si scrive Scavone ma si legge Lombardo e così la lottizzazione del potere procede sempre nella stessa sequenza secondo una liturgia vecchia di cui i siciliani sono stanchi e nauseati», conclude Cappello.