Oltre 500 emendamenti alla legge di stabilità. Il cammino tortuoso verso l'approvazione della manovra parte da qui, da quanto è stato presentato dai diversi gruppi parlamentari all'Ars. Il termine è infatti scaduto oggi alle 16. L'esame del testo a Sala d'Ercole inizierà lunedì 11 febbraio alle 16. Fra gli emendamenti, sono oltre 200 quelli presentati dai parlamentari del gruppo Pd all’Ars. “Portiamo avanti il nostro ruolo di forza di opposizione – dice Giuseppe Lupo, capogruppo del PD all’Ars – contrastando con emendamenti soppressivi le storture e le ‘norme-mancia’ contenute nella manovra del governo Musumeci. Ma al tempo stesso abbiamo predisposto emendamenti che contengono norme innovative che, insieme con molte altre misure proposte dal PD, permetterebbero alla Sicilia di fare un passo in avanti sul piano della qualità della vita”. Proposte “misure per il contrasto al lavoro sommerso ed irregolare”, “incentivi ai Comuni che adottano misure PlasticFree”, “incentivi per i Comuni che si fondono”, “finanziamento del circuito dei Teatri di Pietra”, “contributi per l’installazione di sistemi di videosorveglianza negli asili nido”, “misure per lo sviluppo dell’artigianato artistico e tradizionale”. E ancora l’istituzione della “Giornata di educazione ai nuovi media per la prevenzione ed il contrasto del bullismo, del cyberbullismo, della cyberpedofilia e del sexting”, il “rifinanziamento del credito d’imposta e delle Zone Franche Urbane”, l’istituzione dell’Ufficio del Garante dei disabili, un “Fondo per la non autosufficienza”, misure per il potenziamento degli impianti e le attività sportive di base, la nascita di un “Piano regionale per le piste ciclabili” ed un “Piano regionale per l’installazione dei punti di ricarica per le auto elettriche”. Ieri, intanto, nell'attesa che riprendano i lavori, sospesi per una inusuale pausa di 10 giorni nel pieno dell’esame della manovra, è scattata ieri la rivolta di precari, sindacati e aziende contro la Finanziaria. Una protesta capitanata da Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil contro i 250 milioni di tagli decisi dalla giunta per far fronte al nuovo buco rilevato dalla Corte dei Conti, culminata con l'occupazione della sala Blu della sede della presidenza della Regione. I sindacati confederali hanno portato in strada i precari e i lavoratori a tempo indeterminato che temono per i loro stipendi a causa dei tagli. Sono scesi in strada anche i forestali. Per loro il taglio è di 53 milioni anche se il governo ha già anticipato l’intenzione di attingere ai finanziamenti europei per rimpinguare il budget. E ci sono poi i tagli alla Protezione civile e ai capitoli destinati a fronteggiare il dissesto idrogeologico che mettono a rischio i lavoratori impegnati in questa emergenza. I lavori all'Ars intanto sono fermi, in attesa del rientro del presidente Gianfranco Miccichè, fuori Palermo per impegni privati. Una pausa durante le votazioni mai vista prima e che ha fatto indignare i grillini: «Una cosa da irresponsabili».La spesa regionale è infatti bloccata fino al voto finale della manovra previsto per giovedì 14 e non ci sono tavoli di trattativa aperti dove associazioni di categoria e organi parlamentari e di governo possano discutere di modiche alla manovra.