«Durante il governo dei Mille Giorni sono state adottate incisive misure di politica economica» e «l'esecutivo di Paolo Gentiloni ha proseguito sulla linea tracciata in continuità. I risultati ci sono stati, come appare chiaramente dai dati Istat». Matteo Renzi replica al vicepremier Di Maio in una lettera al Corriere della Sera, in cui fa un raffronto su Pil e occupazione. «Ci auguriamo tutti che la situazione possa migliorare ma intanto il 2019 è iniziato con una crescita negativa acquisita del Pil italiano dello 0,2%», evidenzia: «Questi sono i fatti». «Non chiedo che Di Maio capisca i dati, ma sarebbe utile almeno che li leggesse. Perché parlano chiaro - afferma -. Ci sono i numeri. E poi c'è la propaganda. Dare la colpa a noi degli errori di oggi è ingiusto. Oltre che falso. Se il governo vuole cambiare strada, abbia il coraggio di fermare le barocche procedure del reddito di cittadinanza con l’assunzione di diecimila navigator che rischiano di diventare come i forestali della Prima Repubblica. E si usino i soldi del reddito per abbassare le tasse. Si aprano i cantieri a cominciare dalla Tav». «Questo Governo sta facendo scelte drammatiche, a cominciare dalla pavida posizione di terzietà sul Venezuela. Sta creando tensioni con l’Europa per qualche decina di migranti scappati dalla fame e dalla guerra. Ma sta anche mettendo in ginocchio l'economia italiana - attacca l’ex premier -. I numeri ci dicono chiaramente chi è responsabile di questo sfacelo. La propaganda non può arrivare al punto da negare la realtà».