È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso dopo mesi di tensione. All'indomani delle accuse mosse dal vicepremier Luigi Di Maio contro la Francia "colonialista" e la necessità di sanzioni Ue, Parigi ha compiuto un passo senza precedenti convocando al ministero degli Esteri l'ambasciatrice italiana Teresa Castaldo, chiamata al Quai d'Orsay dal capo di gabinetto della ministra agli Affari europei Nathalie Loiseau. Interpellate dall'Ansa, fonti della diplomazia transalpina hanno bollato le parole del vicepremier e capo politico dei 5 Stelle come "ostili e senza motivo", anzi "inaccettabili", viste anche le relazioni secolari e il "partenariato che lega i due Paesi in seno all'Unione europea".
Ma Di Maio conferma tutto: "Noi abbiamo acceso un faro sulla verità e finché non lasceremo in pace quella gente in Africa continueranno a partire", ha martellato in serata, sottolineando che "l'Europa deve avere il coraggio di affrontare il tema della decolonizzazione dell'Africa, che è la causa del mancato sviluppo degli Stati africani che noi dobbiamo lasciare in pace a casa loro e noi stare a casa nostra: per noi intendo Stati come la Francia che impediscono lo sviluppo e contribuiscono alla partenza di uomini che muoiono nel Mediterraneo. Nessun caso diplomatico, è tutto vero". Da Bruxelles, il commissario Ue Pierre Moscovici ha denunciato dichiarazioni "fatte per uso nazionale" che "somigliano a provocazioni, perché il contenuto è vuoto o irresponsabile".
E anche per la diplomazia francese non ci sono dubbi. Esattamente come la mano tesa del ministro per lo Sviluppo economico ai gilet gialli, anche l'uscita pronunciata ieri durante un comizio elettorale ad Avezzano va letta "in un contesto di politica interna italiana". Leggi: le elezioni europee del 26 maggio, rispetto a cui il presidente Emmanuel Macron - accusato di "ipocrisia" sui migranti - sembra essere divenuto il principale obiettivo da abbattere della coalizione giallo-verde. Sempre ieri infatti, parlando della crisi migratoria a 'Che Tempo Che fa', Alessando Di Battista aveva detto che "fino a che non si crea un incidente diplomatico con la Francia" il problema degli sbarchi "non si risolve". Profezia divenuta realtà in meno di 24 ore, con la convocazione della nostra ambasciatrice, un fatto rarissimo anche se l'ambasciatore francese venne convocato dalla Farnesina pochi mesi fa per gli insulti volati sempre sul dossier migranti.
"Se oggi la gente parte dall'Africa - aveva attaccato Di Maio - è perché alcuni Paesi europei, con in testa la Francia, non hanno mai smesso di colonizzare decine di Stati africani". Fa peggio il presidente francese che, per il leader 5 Stelle, "prima ci fa la morale, poi continua a finanziare il debito pubblico con i soldi con cui sfrutta l'Africa". Da qui il suggerimento a Bruxelles di imporre sanzioni a Parigi e portare la questione fino all'Onu. Venerdì Le Figaro aveva consacrato l'apertura al peggioramento delle relazioni tra Parigi e Roma, ai livelli più bassi dal dopoguerra. Nelle prime tre pagine del giornale venivano elencate le ormai innumerevoli querelle tra le due nazioni cugine d'Europa: dai migranti all'Aquarius fino agli incidenti legati ai respingimenti al confine, l'appoggio di Di Maio alle casacche gialle o la sua recente battaglia contro la sede del Parlamento europeo a Strasburgo, il caso Stx-Fincantieri e la Tav "in sospeso". Ma anche il prestito (ormai sempre più traballante) delle opere di Leonardo Da Vinci al Louvre.
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