Leoluca Orlando vuole arrivare alla Corte Costituzionale contro il decreto sicurezza, provvedimento approvato dal governo e fortemente voluto dal ministro dell'Interno Matteo Salvini.
Il sindaco di Palermo si dice disposto a tutto, anche a farsi indagare: "Cerco disperatamente un giudice che impugni i miei provvedimenti, se c'è qualcuno disposto a fare ciò, lo faccia. Questo mi consentirebbe di sollevare in quella sede l'anticostituzionalità del decreto alla Corte Costituzionale. Se c'è qualche magistrato che vuole farlo perché si pensa che io abbia commesso un reato, per favore mi indaghi", ha spiegato Orlando questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus.
"Il presidente della Regione Toscana si è già schierato con me e oggi riunisce la giunta per deliberare l'impugnazione delle norme - continua Orlando -. Finalmente avremo un giudice che potrà valutare la vicenda. Sono talmente eversivo che chiedo un giudice per verificare l'anticostituzionalità della legge".
Il sindaco Orlando si rivolge anche al vicepresidente Luigi Di Maio e lo sollecita ad intervenire sul decreto sicurezza: "Il decreto Salvini non è un'offesa ai migranti ma un'offesa agli italiani, alla nostra cultura dell'accoglienza. Luigi Di Maio si dimostra più aperto alla questione rispetto a Salvini? E allora quanto altro tempo vuole aspettare prima di prendere una decisione?", ha aggiunto Orlando.
Ma Salvini non intende arretrare sul decreto sicurezza e oggi, commentando con un post su Facebook un sondaggio che sul tema decreto Sicurezza lo vede vincitore rispetto Orlando che capeggia i sindaci dissidenti, scrive: "Al di là del sondaggio online, per la strada tra la gente vera mi dicono solo: "Vai avanti!". Garantito. Non sarà certo qualche sindaco di sinistra in cerca di visibilità a ostacolare il diritto alla sicurezza, all'ordine e alla legalità degli italiani".
Tra sindaco e ministro lo scontro si è spostato anche sulla questione dei beni confiscati alla mafia. Ieri, l'annuncio dato da Salvini dell'assegnazione di tre ville confiscate nel Palermitano accompagnato dalla frase provocatoria: "Spero che Orlando non ci metta i migranti". Oggi su Facebook la replica del primo cittadino: "Da mesi, ormai più di 6 mesi, annuncia che verrà a consegnare ai palermitani delle ville confiscate, ma oltre gli annunci niente. C'è qualche problema?". "Se stesse un po' meno su Facebook e un po' più al Ministero - incalza Orlando - saprebbe perché i suoi uffici non fanno la consegna. Noi, i palermitani, aspettiamo."
La vicenda riguarda tre ville confiscate alla famiglia mafiosa dei Lo Cicero nel 2013, che la Giunta comunale di Palermo ha deciso di destinare ad attività sociali. In particolare, una villa, in collaborazione con l'Asp dovrebbe essere destinata a servizi per cittadini con autismo; una villa dovrebbe diventare la "Casa del volontariato" affidata al Cesvop - Centro Servizi per il Volontariato di Palermo; una terza villa dovrebbe diventare la sede della "Consulta comunale per la Pace".
Nel suo post, Orlando fa infine un riferimento anche agli immobili da destinare all'emergenza abitativa. Secondo Orlando vi sarebbero infatti "una quarantina di famiglie di palermitani nella lista di emergenza abitativa che aspettano il Ministro per l'assegnazione di un alloggio confiscato."
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