Nel giorno in cui l’Europa ha bocciato ufficialmente la manovra italiana e in cui il Governo ha ribadito con fermezza la volontà di non modificarne l’impianto, è arrivata la prima bozza di 73 articoli del disegno di legge di bilancio per il 2019. «Da Bruxelles possono anche mandare 12 letterine, ma la manovra non cambia», ha ribadito il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Il testo è ancora incompleto ma i punti salienti ci sono tutti: innanzitutto il disinnesco degli aumenti Iva (totali per il 2019, parziali per gli anni successivi), ormai tradizionalmente all’articolo 1 degli ultimi ddl di bilancio, ma anche l’ampliamento della flat tax per gli autonomi, il taglio dell’Ires sugli utili reinvestiti e soprattutto il reddito di cittadinanza, a cui destinare 9 miliardi di euro, e la revisione della legge Fornero, per cui verranno stanziati gli annunciati 7 miliardi. Sul lato delle coperture, oltre agli aumenti della tassazione su banche e assicurazioni già comunicati all’Europa nel Draft Budgetary Plan, spuntano invece aggravi fiscali sulle sigarette e sui giochi, già utilizzati per scovare risorse necessarie alle misure del decreto dignità. Un apporto non indifferente arriva anche dall’asta delle frequenze 5G che, seppur spalmato in più annualità, ha garantito un gettito quasi triplo rispetto alle attese, arrivando a 6,5 miliardi rispetto ai 2,5 preventivati lo scorso anno. Per gli interventi simbolo della manovra vengono istituiti due Fondi ad hoc. Presso il ministero del Lavoro nasce il «Fondo per il reddito di cittadinanza» che, per raggiungere l’obiettivo dei 9 miliardi di euro, attingerà al già esistente Fondo povertà nato nel 2017 per 2,2 miliardi nel 2019 e poco più di 2 miliardi negli anni successivi. Finché il nuovo reddito targato M5S non entrerà in vigore continuerà ad essere elargito il Rei, il reddito di inclusione nato con i governi Pd. I tempi non vengono specificati, così come non vengono specificati altri dettagli. Per l’attuazione della norma serviranno infatti altri provvedimenti normativi ad hoc, probabilmente almeno un ddl. Stesso discorso per le pensioni: anche in questo caso la legge di bilancio istituisce un «Fondo per la revisione del sistema pensionistico» con dotazione iniziale di 6,7 miliardi e successiva di 7 miliardi di euro, ma l’attuazione è rimandata ad appositi futuri provvedimenti. I fondi sono interconnessi, con la possibilità di compensazione tra uno e l’altro in caso di risparmi da una parte o di maggiore spesa dall’altra. Un monitoraggio trimestrale permetterà di valutare come e dove intervenire. Tra le altre norme compare la cedolare secca al 21% sugli affitti commerciali, lo stanziamento di 3 miliardi di euro in tre anni per il rinnovo del contratto degli statali (anche se al momento coperto solo per metà), la proroga di due anni della decontribuzione al 100% per l’assunzione stabile degli under 35 e dei disoccupati da almeno sei mesi (ma con un tetto di 500 milioni l’anno), il finanziamento di 100 milioni per le politiche per la famiglia. Altre proroghe sono quelle per gli iperammortamenti (rimodulati), per i bonus casa e per il canone Rai a 90 euro.