
Oltre un'ora e mezza a tavola per discutere della manovra, degli attriti con Bruxelles e per porre fine allo scontro sulle misure fiscali. Una cena a base di tagliatelle tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini, con il premier Giuseppe Conte a fare mai come in quest'occasione da mediatore, serve a risolvere, almeno in parte, i nodi rimasti sul tavolo di M5S-Lega dopo aver trovato l'accordo sul dl fisco.
Ma, a piombare sulla cena è anche la "certa" - come ammette lo stesso Salvini - bocciatura sulla manovra che arriverà dall'Ue. Con un'appendice: la tenuta del sistema bancario, ovvero il punto su cui i timori del governo, come effetto di mercati e bocciatura di Bruxelles, sono maggiormente concentrati. Non a caso, solo qualche giorno fa, fonti di governo ipotizzavano un allargamento - da concordare con Abi - del fondo centrale di garanzie delle banche come piano di compensazione per un eventuale "precipitare" dei titoli in pancia agli istituti italiani.
Di certo, la cena a tre - non a caso avvenuta senza intermediari, portavoce e sottosegretari - è servita per tentare di dirimere alcuni nodi chiave dell'alleanza a cominciare da dl sicurezza. Con effetti apparentemente positivi. "C'è un clima costruttivo, avanti compatti. Capita a tutti di arrabbiarsi quando uno si sente ingiustamente tirato in ballo ma l'incazzatura passa e non ho mai smesso di fidarmi di Conte e Di Maio", spiega Salvini l'unico a parlare al termine della cena derubricando a battuta le tensioni delle ultime ore: "A tavola non c'era alcuna manina", ha detto.
Salvini esce da un lato, quello che va verso la sua residenza a Roma. Di Maio e Conte escono dal lato opposto, avviandosi verso Palazzo Chigi a piedi e non rispondendo ad alcuna domanda dei cronisti. "Avevamo fame, questo lo posso dire", si limita a dire il premier. Ed è stato proprio il premier a offrire la cena che ha dato vita al "patto delle tagliatelle" per puntare la maggioranza d'autunno. Un patto che ha in pancia pure il nodo delle nomine dalla Consob ai servizi fino alla Rai, con Tg1 e seconda Rete che viaggiano verso quota M5S e la direzione di Raiuno e quella del Tg2 che dovrebbero andare in capo alla Lega.
Degli attriti relativi al decreto fiscale, apparentemente, non c'è traccia. "Ma vi pare che parliamo di articolo 9 quando si mangiano tagliatelle?", chiude lì Salvini.
Persone:
4 Commenti
A
23/10/2018 14:26
Resistenza, una volta la parola aveva un altro senso. Chiaramente vogliono arrivare alle Europee, poi , dopo aver capitalizzato la loro resistenza, caleranno le brache e correggeranno manovra. Furbi! Ma bisogna vedere come e se ci arriviamo alle Europee. Le esigenze elettorali vengono prima di quelle del paese. RICORDO A TUTTI CHE MAI NESSUN PAESE EUROPEO HA PENSATO DI SUPERARE DI 1,4 il pil per spese in deficit.
Zoom
23/10/2018 14:43
Finalmente politici con gli attributi..
Alfredo
23/10/2018 14:49
Tria: “Non non regola ma scelte obbligate”. E’ come in una partita, in cui un calciatore prende a pugni un avversario. E non vuole essere espulso perché lo ritiene necessario in quanto ha ricevuto una spinta. Le regole sono state firmate da tutti i paesi e l’Italia le sottoscrisse con il governo Berlusconi di cui faceva parte anche la Lega. Uno che cambia le regole a partita iniziata è, come si dice, un baro.
Povera Italia
25/10/2018 16:35
La sinistra è per gli stranieri. Noi non siamo stranieri. Noi non siamo per la sinistra!
Damiano
23/10/2018 15:03
Prima vanno a casa meglio è per l’Italia