Il Movimento di piazza e di governo ritrova oggi il suo mattatore, il padre fondatore che li riporta davvero alle «parole guerriere» che lo hanno fatto crescere e proliferare tra gli italiani. Ma il Grillo show ad Italia 5 Stelle lascia di stucco la piazza e il vertice del Movimento con una stoccata verso la presidenza della Repubblica che sembra riportare il tempo indietro di almeno 5 anni. «Dovremmo togliere i poteri al capo dello Stato, dovremmo riformarlo» attacca il garante del Movimento dopo essersi lamentato dell’esistenza di un reato come il vilipendio, «cose dell’Ottocento», e in cui lui stesso è incappato. E che, ricorda, proprio un ministro del Movimento ha ritirato fuori: «era lì dal 2014 ma noi siamo onesti più di tutti e allora andremo in galera!». L’attacco al Quirinale da parte di Grillo è circostanziato: «un Capo dello Stato presiede il Csm, è capo delle forze armate, nomina 5 senatori a vita. Non è più in sintonia col nostro modo di pensare» argomenta. Sembra un diktat che lascia di sasso gli alleati di governo. Fonti di palazzo Chigi non rilasciano commenti sulle parole di Grillo ma dal governo ricordano che nel contratto dell’esecutivo non c'è alcuna riforma dei poteri del capo dello Stato. Il M5s anche prende le distante dal suo garante e precisa che né le forze di maggioranza né il governo intendono farlo. Di più, si fa notare che Grillo non riveste ruoli istituzionali e che invece il Movimento ha piena fiducia nel ruolo di garante della Costituzione del Presidente Mattarella. Dalla Lega nessun commento, ma un silenzio eloquente che glissa pure sulle parole con cui Grillo ha ironizzato su Matteo Salvini e su sua madre. L’opposizione insorge: dal Pd a Forza Italia a Leu si alza forte il coro di protesta in difesa del Colle e della Costituzione. «Si torna al fascismo», è il concetto prevalente. Anche il presidente del Consiglio prende le distanze dal padre del M5s e rallegrandosi pubblicamente per l'invito e il calore ricevuto ad Italia 5 Stelle, ringrazia solo un padrone di casa, Luigi Di Maio, ignorando Grillo. Con il quale aveva invece scherzato nel back stage quando Grillo, immortalato da una foto pubblicata dal vicepremier gli ha portato una «manina» di plastica. Ma se Grillo scuote l’arena del Circo Massimo, Giuseppe Conte pare incantarla. «Stiamo lavorando intensamente dal primo giorno ma per realizzare tutto il nostro programma il nostro arco di impegno deve essere lungo: fino al 2023». Il premier si offre come «garante del contratto di governo» e promette: «questo Paese lo cambieremo con voi». Intorno al palco circolare la folla si assiepa compatta: gli organizzatori esultano per il successo di questa quinta edizione che avrebbe raccolto oggi pomeriggio 50 mila persone. «Anche a questa Italia 5 Stelle, come hanno scritto oggi i giornali, c'erano solo quattro gatti» ironizza Di Maio che pubblica una foto del Circo Massimo.