Manovra, Mattarella: "Rispettare i conti, lo dice la Costituzione". Salvini-Di Maio: "Stia tranquillo"
Tutelare i risparmi degli italiani, difendere le pensioni e garantire «l'indispensabile sicurezza sociale per il futuro dei giovani» sono obiettivi necessari che si ottengono mantenendo «i conti in equilibrio": il presidente della Repubblica Sergio Mattarella scende in campo e, Costituzione alla mano, ricorda come una delle regole base dello Stato italiano sia quindi il rispetto la «sostenibilità del debito pubblico». Un primo altolà ufficiale, che arriva a due giorni dall’approvazione della nota di aggiornamento al Def che ha fissato il deficit al 2,4% per tre anni. Il Capo dello Stato ricorda anche l’importanza del «gioco di squadra» e sottolinea come siano «giorni di decisioni importanti», che debbono essere improntate a quelle regole di convivenza civile dettate proprio dalla Carta. Parole che però sembrano non suscitare particolare preoccupazione nei leader dell’alleanza gialloverde, che al contrario rivendicano le proprie convinzioni. Matteo Salvini risponde per primo, a distanza di meno di un’ora dall’uscita del capo dello Stato, e invita il presidente a «stare tranquillo" perché la «manovra è equilibrata» e, soprattutto, è fatta per "gli italiani. Lo capiscano - aggiunge più tardi - anche al Colle...». Nessuna intenzione quindi da parte del ministro dell’Interno di abbassare i toni, come dimostra l’atteggiamento battagliero nei confronti dell’Ue: il governo investe su «coloro che soldi non ne hanno» e quindi se «a Bruxelles mi dicono che non lo posso fare me ne frego». Le misure che la prossima legge di bilancio metterà in campo, è la tesi ribadita, saranno "coraggiose» e questo certo non è contro la Costituzione, chiosa il leader della Lega. A sera, anche Di Maio, si pone sulla stessa scia dell’alleato e, prima, sostiene che Mattarella non abbia ragione di preoccuparsi, poi, ribadisce con orgoglio un cambio sostanziale di strategia che guarderebbe non più agli interessi «delle banche» ma a quelle dei più poveri. Il richiamo del presidente della Repubblica - che fa leva sull'articolo 97 della Costituzione relativo alla necessità dell’equilibrio di bilancio ma non cita il più stringente articolo 81 che collega la possibilità di fare indebitamento al manifestarsi di un ciclo economico avverso - punta d’altro canto più a rassicurare gli interlocutori esterni anche a livello internazionale che a convincere il governo a modificare la strada imboccata la scorsa settimana sul fronte dei conti pubblici. Eppure, dice Stefano Ceccanti, costituzionalista e deputato del Pd, «rispetto alla moral suasion del Presidente sbaglierebbe il Governo a far finta di niente». Fatto sta che l'intervento del Colle potrebbe tornare utile anche come sostegno al ministro dell’Economia Giovanni Tria, che proprio lunedì e martedì dovrà prendere parte all’Eurogruppo e all’Ecofin, dove per la prima volta si troverà a dover difendere in pubblico scelte su cui ha manifestato ampiamente i propri dubbi nei giorni passati. Ad aiutare a dissipare alcune perplessità, potrebbe arrivare anche la pubblicazione del documento approvato dall’Esecutivo. Probabile che arrivi in Parlamento lunedì: sarà l’occasione per conoscere anche le altre variabili fondamentali del quadro macro economico come la crescita (che potrebbe aggirarsi intorno all’1,5%) e il debito. Se in Europa e sui mercati, le scelte del governo saranno oggetto di analisi non sempre favorevoli, vita più facile avrà il testo in Parlamento: la maggioranza Lega-5S è destinata a restare, almeno per ora, compatta e a poco servirà la presa di posizione critica di Silvio Berlusconi o quella del Pd.