Mercoledì 18 Dicembre 2024

Divorzio, in Senato la proposta che cancella l'assegno di mantenimento

Si ispira al principio della «bigenitorialità perfetta» e punta a riscrivere la legge del 2006 sull'affido condiviso dei figli dopo separazioni e divorzi. Il disegno di legge firmato dal leghista Simone Pillon, inizia il suo iter parlamentare in commissione Giustizi al Senato. Il testo presentato ha fatto molto discutere perché in caso di approvazione porterebbe alla cancellazione dell'assegno di mantenimento, all'istituzione del doppio domicilio per il minore e introdurrebbe l'obbligo della figura del mediatore familiare in caso di minori. "Stop ai papà ridotti a padri-bancomat o a genitori della domenica", ha detto Pillon commentando la proposta, i cui punti fondamentali riguardano la mediazione familiare concepita come obbligatoria per coppie con figli, la possibilità di affido condiviso con tempi previsti paritari, il mantenimento diretto dei figli minori, i provvedimenti di contrasto a ogni forma di alienazione o estraniazione dei minori. Particolare attenzione alla questione assegno di mantenimento: questo di fatti verrebbe cancellato perché i figli avrebbero due case, doppio domicilio e tempo, equamente diviso, tra mamma e papà. A meno che i genitori non si accordino in modo diverso i figli dovranno trascorrere non meno di 12 giorni al mese, compresi i pernottamenti, sia con la madre che con il padre. In questo modo si garantisce «un rapporto equilibrato e continuativo con entrambe le figure genitoriali». I coniugi con figli minori per ottenere la separazione dovranno essere, per legge, seguiti da un mediatore familiare. Una figura che dovrà guidare gli ex coniugi a gestire, nel miglior modo possibile per i figli, la separazione. Il ddl fissa la durata massima della mediazione a sei mesi e stabilisce che gli incontri con il mediatore saranno a pagamento. La proposta ha già scatenato le prime proteste e la rete «Dire» dei centri antiviolenza ha lanciato una petizione su Change.org e indetto una grande manifestazione a Roma il 10 novembre prossimo. Il timore, per le associazioni che difendono i diritti delle donne vittime di violenza domestica, è quello che la legge «comporterebbe per le donne, con minori risorse economiche, l'impossibilità di chiedere la separazione e mettere fine a relazioni violente».

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