"È chiaro che cercano di metterci i bastoni fra le ruote. E l'accusa di sequestro di persona, e l'abuso d'ufficio, e il sequestro dei conti... mi sembra che si stia esagerando. È evidente che qualcuno non si rassegna al fatto che Salvini sia al governo", dice il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini in una intervista alla Stampa dopo la sentenza del Riesame che autorizza il sequestro di 49 milioni del Carroccio per rimborsi elettorali non dovuti dal 2008 al 2010. "Quello che sta subendo la Lega - afferma Salvini - è un processo politico senza precedenti. Anzi, sì, uno c'è: è successo qualcosa del genere in Turchia, quando a un partito fu sequestrato tutto il patrimonio prima ancora della condanna e poi la stessa magistratura fu costretta a restituirglielo. Ricordo - aggiunge - che c'è un garante della Costituzione che deve far rispettare i diritti politici di 60 milioni di italiani". Salvini precisa però di non appellarsi a Mattarella: "No - dice -, perché in realtà non chiedo niente a nessuno. Sono sereno. Mi piacerebbe soltanto che la magistratura di Genova, invece di correre dietro a soldi che non ci sono e a conti correnti italiani o esteri che pure non esistono, lavorasse più rapidamente, per esempio sulla strage del Ponte Morandi". In un colloquio con il Corriere della Sera, Salvini interviene anche sul nome del partito: "Lega siamo e Lega resteremo", precisa. "Io sono contento - dice poi sul ddl anticorruzione - che sia passato in Consiglio dei ministri il pacchetto contro corrotti e corruttori, è un bel segnale. Certo, però, che su quel provvedimento il Parlamento interverrà e modificherà", "alcuni passaggi del pacchetto - spiega - mettono sotto inchiesta sessanta milioni di italiani. Perché quando sulla base di un sospetto e senza prova dai la possibilità di intercettare, pedinare, ordinare questo è quest'altro, la preoccupazione è legittima".