In Italia, ma anche in Europa, cresce il rischio che si affermi la destra «peggiore» ipotecando la democrazia e l’unico antidoto è che la «sinistra e i democratici si uniscano», chiudendo con l’epoca delle "scissioni testimoniali": Walter Veltroni torna a sferzare il partito democratico pur se nella veste - che sottolinea di voler custodire gelosamente - di padre nobile. Parole che ufficialmente in molti preferiscono non commentare ma che non sono sfuggite ai diversi big nel partito, dove si sta aprendo la campagna d’autunno in vista del congresso.
Allo scoperto esce Enrico Letta, che oramai lontano dalle beghe capitoline targate Dem, confessa di aver apprezzato. L'invito a rinnovarsi, che nei fatti trova tutti d’accordo, persuade anche Massimo Calenda che però ribadisce la propria convinzione di andare oltre i confini del Pd. Secondo il ragionamento dell’ex ministro dello Sviluppo economico, «oggi è necessario un fronte più ampio rispetto al centrosinistra», in grado di ridare slancio e ruolo «ai progressisti e che parli anche ad un elettorato di centro che non ha nulla a che spartire con Salvini». Opinione condivisa anche dal sottosegretario agli Affari europei, e sempre esponente Dem, Sandro Gozi: «non penso che una riedizione del centrosinistra sia la soluzione». Quello che ora «serve è una nuova alleanza progressista e liberale».
Che sia necessario rinnovare d’altro canto sembra essere l'unico leit motiv su cui tutti convergono, da Zingaretti a Franceschini. Non a caso, quest’ultimo - viene fatto notare - riunirà AreaDem a Cortona in una tre giorni dal titolo «Verso un nuovo Pd». Sarà il luogo dove si ritroveranno le varie anime del partito ad esclusione dei renziani, e se è troppo presto per immaginare che da lì esca una posizione definita sul candidato da sostenere in caso di primarie, sarà un momento utile per mettere a fuoco i nuovi equilibri. Poi sarà la volta di Zingaretti (il 6 e il 7 ottobre a Roma), quella di Maurizio Martina a Milano per arrivare a fine ottobre alla Leopolda.
Cosa farà Renzi? E’ questa una delle domande di cui tutti vorrebbero conoscere la risposta: al momento nessuna decisione è stata ancora presa sul possibile candidato alle primarie. Non si esclude che l’ex segretario possa tornare a scendere in campo, l'alternativa nell’area renziana è un profilo femminile.
Ragionamenti che danno per scontato che congresso e primarie si consumino prima delle elezioni europee di maggio e che però è una scadenza su cui qualcuno nutre dei dubbi. Il sospetto di alcuni dirigenti Dem è che nei conversari privati, contrariamente a quanto avviene con le dichiarazioni pubbliche, sia ancora ampio il fronte di quanti pensino che possa essere più utile far traghettare il partito all’attuale segretario Maurizio Martina fin dopo l’appuntamento per il nuovo Europarlamento evitando così che la sconfitta, che tutti danno per certa ad ora, sia intestata al nuovo leader.
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