«La nostra è stata una risposta di supplenza. Un gesto simbolico che riguarda poche centinaia di persone e sarà totalmente a carico della Chiesa. Ma di fronte a un fenomeno migratorio così ampio, la vera risposta che un Paese democratico deve dare matura da processi ben diversi», dice don Ivan Maffeis, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali, parlando - in un’intervista al Mattino - dell’accoglienza dei migranti della Diciotti.
«Va chiarito - precisa - che l’accoglienza sarà gratuita, a carico della Chiesa italiana, in strutture delle nostre diocesi».
«La Cei si impegna simbolicamente a sostenere l'accoglienza con i fondi dell’otto per mille, ma in realtà l'esperienza ci insegna che nessuna diocesi ha mai chiesto in passato rimborsi», «sui territori la gente è molto più disponibile e generosa di quanto si possa pensare».
Quanto alla reazione di Rocca di Papa all’arrivo degli eritrei, dice: «non bisogna sottovalutare eventuali proteste o pensare di sostituirsi a chi vive il territorio», «non c'è alcuna intenzione di mettere in difficoltà i cittadini di Rocca di Papa. Si tratta di pochi giorni. Una volta curate, e una volta chiarita la composizione dei nuclei familiari, queste persone saranno ricollocate in piccoli gruppi nelle diverse diocesi che hanno offerto la loro disponibilità spontaneamente. Torino, Brescia, Bologna, Agrigento, Cassano all’Jonio, Rossano Calabro, per citarne solo alcune».
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