Fabrizio Salini ad e Marcello Foa presidente. Dopo giorni di tensione, il governo sblocca le nomine Rai, non senza strascichi e tensioni nel mondo della politica. L'accordo arriva prima del Consiglio dei ministri, durante una riunione a 4 tra Conte, i suoi due vicepremier e il ministro Tria. Finisce così un duro braccio di ferro, proseguito anche la notte scorsa, con molte rivendicazioni. Alla fine la Lega ha dovuto rinunciare malvolentieri alla candidatura di Giovanna Bianchi Clerici alla Presidenza, mentre i Cinque Stelle incassano la nomina dell'ad, Salini. Ma la partita non è per nulla finita. Più avanti, probabilmente dopo la pausa estiva, il partito di Salvini farà sentire la propria voce quando ci sarà da indicare le altre cariche interne al servizio pubblico: al Tg1 da tempo si fa il nome di Gennaro Sangiuliano, al Tg2 si fa l'ipotesi di Alessandro Giuli, giornalista di Libero; al Tg3 potrebbe alla fine essere confermato Luca Mazzà. Ma anche per quanto riguarda le altre caselle, ai Tg e alle reti, la Lega potrebbe far valere un principio di compensazione a suo favore. Stesso discorso potrebbe valere quando sul tavolo di Conte arriveranno le altre nomine, una tra tutte quella sulle Ferrovie. In questo quadro si inseriscono i forti dubbi di Forza Italia per la candidatura di Foa dopo il no alla Bianchi Clerici. Il presidente indicato dal governo non sembra piacere a Silvio Berlusconi che potrebbe far pesare i voti azzurri in vigilanza, il prossimo primo agosto, per ratificarne la nomina. E ciò potrebbe significare anche una serrata trattativa di compensazione tra Carroccio ed Fi. Intanto per il governo è il giorno della soddisfazione: "Con Fabrizio Salini e Marcello Foa garantiamo il rilancio della principale industria culturale del Paese", commenta sobrio il premier Giuseppe Conte su twitter. I Cinque stelle cantano vittoria: il capo politico del movimento, Luigi Di Maio, annunciando ai cronisti le scelte dell'esecutivo, usa toni trionfalistici, vagamente maoisti: "Oggi diamo il via a una rivoluzione culturale. In Rai ci liberiamo dei raccomandati e dei parassiti". "La Rai - è il primo commento dell'Ad in pectore, Fabrizio Salini - è una grande azienda che appartiene ai cittadini, colma di personalità, di creatività e di risorse. Il mio compito sarà quello di valorizzarle tutte per poter offrire un prodotto che rispecchi l'eccellenza italiana con contenuti diversificati, ampi e ricchi di stimoli". Esulta anche Marcello Foa: "Sono orgoglioso ed emozionato per la nomina a presidente Rai, che - scrive su Facebook dalle vacanze in Grecia - è giunta inaspettata nell'arco di pochissime ore. Ringrazio di cuore per la fiducia accordatami. Mi impegno sin d'ora per riformare la Rai nel segno della meritocrazia e di un servizio pubblico davvero vicino agli interessi e ai bisogni dei cittadini italiani". Tanti si aspettavano al suo posto la nomina di una donna, ma la norma che regola la parità di genere ai vertici delle aziende pubbliche prevede anche una deroga per quanto riguarda appunto la Rai. Intanto, la scelta di Foa, allievo di Montanelli, provoca un duro scontro politico. Critico Matteo Renzi (alla guida della Rai chi rilancia fake news, dice). I dem in generale lo accusano di non essere all'altezza anche per aver vilipeso nei mesi scorsi il capo dello Stato. "Lo scorso 27 maggio espresse il suo "disgusto" in un post - attacca Emanuele Fiano - nei confronti di un intervento di Sergio Mattarella. E "Chi ha firmato questo post potrebbe essere il Presidente #Rai".