Il vice premier e capo politico del M5s smentisce contrasti, riportati dalla stampa, con il fondatore del movimento Beppe Grillo. Parlando a Radio1, il vicepremier Luigi Di Maio ha spiegato come le frasi riportate su un quotidiano di critica all’operato del governo, troppo appiattito su quelli della Lega "non sono vere". «Ho sentito Beppe Grillo - spiega - durante tutta la formazione del governo e mi fa sempre piacere avere consigli da lui». «Il Parlamento deve avere la possibilità di discutere il decreto e di migliorarlo, credo non ci sia bisogno della fiducia ma, lo dico da capo politico del M5s, non arretreremo sulle norme». Ha aggiunto, inoltre, Di Maio in merito al decreto dignità, criticato da molti settori imprenditoriali che chiedono modifiche in sede di conversione. «Migliorare significa aggiungere» e non «annacquare», dicendosi aperto a emendamenti per «eliminare qualche altra scartoffia burocratica per le imprese o aumentare le pene per le aziende che delocalizzano». «Finchè la missione Eunavformed rimane in piedi, gli unici porti sono quelli italiani ma l’obiettivo nostro è cambiare le regole di ingaggio della missione». Ha detto il vicepremier sulla polemica fra il ministro dell’interno e della difesa. «Mi ricordo che un anno fa sono stato a parlare con Frontex e mi spiegarono che il governo Renzi diede la disponibilità di portare i migranti nei porti in cambio di punti di flessibilità usati per il bonus degli 80 euro. Noi chiederemo flessibilità senza barattarla in cambio dell’apertura dei porti». Di Maio ha quindi aggiunto che, a livello europeo, «deve cambiare la musica. Sull'immigrazione questi navi devono portare i migranti in tutti i porti. Se c'è bisogno di flessibilità (di bilancio ndr) non la baratteremo con l'apertura dei nostri porti ma la chiederemo perché è un diritto dell’Italia come quella degli altri paesi europei». Il vicepremier ha aggiunto poi come «anche la Germania sta iniziando a cambiare linea sull'immigrazione, il problema è arrivato fin nel cuore dell’Europa. Vale per l’immigrazione e per l’austerity. Sono rimasti in pochissimi a dire che va tutto bene nell’Unione Europea». «E mentre gli altri stanno precipitando nel consenso come quello di Macron, il governo italiano è il più forte con un consenso altissimo».