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L'editto di Grillo sulla Rai: "Due reti sul mercato e un'altra senza pubblicità"

Beppe Grillo

«Rai Tre, Rai Due, Rai Uno: due saranno messe sul mercato e una senza pubblicità». La finestra socchiusa, il volto in penombra e il megafono ad amplificare l'inconfondibile voce, Beppe Grillo lancia il suo proclama, che sa tanto di 'editto', sulla televisione pubblica.

Lo fa dalla stanza dell’hotel Forum, dove soggiorna nel suo weekend romano e dove nel pomeriggio ha incontrato l’ex presidente dell’Ecuador Rafael Correa. A pochi giorni dalla sortita di Luigi Di Maio sul «censimento dei raccomandati Rai», rilancia un tema caldo per il governo pentaleghista, che per ora ha rinviato il nodo delle nomine Rai.

«Questo dice il 'l'Elevato' e accontentatevi di questo, grazie», si limita a dichiarare Grillo, che dalla Rai fu allontanato negli anni '80. Il fondatore del Movimento già in passato aveva lanciato la sua idea di privatizzazione parziale della tv di Stato. Non è il primo a farlo: lo fece a suo tempo, per dire, anche Silvio Berlusconi. Ma le parole di Grillo sono destinate ad avere ben altra eco, ora che i Cinque stelle sono al governo e Di Maio ha la delega alle telecomunicazioni.

La Rai è intanto al centro di un braccio di ferro nel governo, per le imminenti nomine del Cda Rai. I membri di competenza parlamentare saranno votati l’11 luglio da Camera e Senato. Ma è la figura dell’amministratore delegato al centro delle attenzioni di Lega e M5s, dal momento che ciascuno dei due partiti vorrebbe avocarla a sé. «Faccio un appello vigoroso a tutto l’arco parlamentare: la politica resti fuori» dalle nomine Rai, «dia finalmente un segnale forte di cambiamento», ha detto il presidente della Camera, il pentastellato Roberto Fico. Le parole di Grillo sembrano destinate a riaprire quel dossier.

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