L’associazione degli ex Parlamentari ha inviato a tutti i membri dell’Ufficio di presidenza della Camera una diffida stragiudiziale a non approvare la delibera che taglia i vitalizi agli ex deputati, con la minaccia di un’azione civile e amministrativa per danni rispetto alla quale risponderebbero personalmente e patrimonialmente ciascun membro
dell’ufficio di Presidenza, compreso il presidente Roberto Fico. Lo hanno annunciato in una conferenza stampa il presidente dell’Associazione Antonello Falomi e Peppino Gargani.
Nella conferenza stampa la delibera è stata definita «palesemente incostituzionale», dato che per la prima volta si interviene retroattivamente sulla materia previdenziale.
I membri dell’Ufficio di Presidenza sono «consapevoli» del fatto che la delibera sia incostituzionale, ha spiegato Falomi, visto che ciò è stato rilevato dai pareri dei competenti uffici di Camera e Senato, rispettivamente il 26 e il 27 maggio. Pareri, ha detto Falomi, che sono stati tenuti nascosti: «La trasparenza e lo streaming - ha ironizzato Falomi - valgono per prendere qualche voto in più, ma una volta preso il potere cala la saracinesca».
La consapevolezza della non costituzionalità è dimostrata anche dalla scelta di ricorrere a una delibera dell’Ufficio di Presidenza e non ad una legge, rispetto alla quale si può ricorrere davanti alla Corte Costituzionale, cosa impossibile per la delibera in base al principio dell’autodichia, cioè la giurisdizione interna della Camera.
Falomi e Gargani hanno quindi annunciato il ricorso non solo agli organi interni, ma anche al tribunale civile e al Tar. "L'ufficio di presidenza - ha spiegato Gargani - in questo atti agisce come organismo amministrativo e non politico e quindi le sue delibere possono essere ricorse con azioni civili e amministrative».
Davanti al Tribunale civile e al Tar i singoli membri dell’Ufficio di presidenza saranno chiamati a rispondere personalmente e patrimonialmente per i «danni» causati da questa delibera illegittima: «ci sono ex deputati - ha rilevato Gargani - che per svolgere l’attività parlamentari si sono dimessi dalla magistratura, o hanno sospeso l’attività professionale, sapendo di poter compensare con il vitalizio la pensione più bassa. Questa delibera arreca un danno patrimoniale che sarà risarcito dai tutti i membri dell’Ufficio di Presidenza».
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