ascesa. Da qualche giorno i sondaggi vedono il partito guidato da Matteo Salvini superare il Movimento 5 Stelle.
Numeri che allarmano i pentastellati ed in primis il 'capo' Luigi Di Maio, costretto a dover fare i conti con il protagonismo ed il peso sempre maggiore del titolare del Viminale, suo "collega" vicepremier.
A gettare acqua sul fuoco ci pensa proprio Salvini che fa sapere di «non credere nei sondaggi. Se sono veri sono contento, ma non cambia nulla. L'importante -dice - è che stiamo lavorando bene».
Luigi Di Maio risponde mostrando sicurezza: «Quello di Salvini è un complesso che non ho - dice il ministro dello Sviluppo Economico - abbiamo stili completamente diversi ma il presidente Conte sa fare la sintesi».
Al di là delle dichiarazioni, però, i sondaggi mettono in evidenza come nei primi giorni di governo il partito che ha guadagnato in termini di consensi sia solo la Lega. L’istituto Ixè evidenzia infatti che il Movimento rimane di poco il primo partito ma in calo di 4 punti rispetto alle elezioni del 4 marzo, dal 32,6% al 28,5%. Numeri che parlano chiaro soprattutto se messi a confronto con la performance leghista accreditata al 28% rispetto al 17,4% ottenuto nelle urne appena tre mesi e mezzo fa: quasi 10 punti percentuali in più».
Che il vice premier leghista in questo momento rappresenti di fatto il dominus del governo lo dimostrano anche le percentuali legate al gradimento dei leader politici. Sempre secondo l’Ixè (per l’Huffington Post) il premier Conte si attesta al 53% tallonato proprio da Salvini al 46% che stacca di 10 punti Luigi Di Maio fermo al 36% mentre l’ex premier Paolo Gentiloni è al 39%.
L’irritazione per la presenza ingombrante del leader della Lega inizia ad emergere con chiarezza nelle file del Movimento e più di qualcuno si dice convinto che il vero obiettivo del ministro dell’Interno sia quello di arrivare all’apice del consenso per poi far saltare il banco e tornare a votare con l’obiettivo di conquistare subito palazzo Chigi. Prova, a detta dei Cinquestelle, sarebbe il legame che il segretario della Lega continua a tenere con Silvio Berlusconi. I due si sono incontrati due giorni fa ad Arcore, un chiaro segnale che la volontà del vice premier resta quella di non mettere in discussione la coalizione di centrodestra.
L’ascesa del leader leghista preoccupa il Pd e non ne fa mistero Maurizio Martina che parla di «crinale pericoloso» per l'Italia: «Ho massimo rispetto per le opinioni degli italiani - precisa il segretario reggente del Pd - ma il compito di chi governa è di affrontare i problemi delle persone, non illuderle con una facile propaganda».
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