«La verità è che abbiamo finito di fare gli zerbini», dice Matteo Salvini, in un colloquio con il Corriere della Sera. Il ministro dell’Interno non arretra dai toni polemici e lancia un’altra sfida: «Dopo le navi delle ong, potremmo fermare anche quelle che arrivano nei nostri porti cariche di riso cambogiano».
Non lo preoccupano le numerosi frizioni diplomatiche in sole due settimane di governo «Ho sentito il presidente Conte, e - osserva il vicepremier - non mi pare affatto che si senta isolato. Semplicemente, stiamo conquistando un ruolo centrale che negli ultimi anni non abbiamo mai avuto...».
Poi prosegue: «Prima ci usavano, neppure c'era bisogno di parlarci, con l'Italia: ci davano per scontati. Ora, che la musica sia un po' cambiata lo hanno capito tutti. Tranne l’ong tedesca che si permette di dare del fascista al vicepremier italiano. Pazzesco...».
Salvini risponde anche sul Ceta, l’accordo di liberalizzazione del commercio con il Canada, un fronte aperto dal ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio: «Il Ceta, tanto per cominciare, legittima l’italian sounding, la contraffazione dei prodotti italiani. Apre il mercato ai parmesan e alle mozzarille. E apre il mercato al grano canadese, sulla cui qualità è legittimo qualche dubbio». Ma i toni più forti sono quelli nei confronti delle importazioni dall’est: «Siamo assolutamente a fianco della Coldiretti. Siamo pronti a bloccare le navi cariche di riso asiatico».
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