Dopo la festa di ieri di M5s alla Bocca delle Verità, a Roma, Luigi Di Maio - neo-ministro e vicepremier del Governo Conte - arriva oggi in Sicilia per il tour #AlziamoLaTesta a sostegno dei candidati sindaco pentastellati alle elezioni comunali di domenica prossima.
Prima tappa lungomare di Marina di Ragusa, alle 12. Nel pomeriggio, alle 17.30, comizio a Catania, in piazza Dante; infine, chiude il tour con Messina, dove incontrerà candidati, attivisti e simpatizzanti in piazza Cairoli. "Sono in partenza - ha scritto Di Maio su Facebook questa mattina - Ci vediamo a Ragusa alle 11, poi si prosegue a Catania e in serata a Messina".
Riprende il tour elettorale dopo la festa di ieri a Roma, in occasione della Festa della Repubblica. Dopo settimane di silenzio, è ricomparso sul palco romano Beppe Grillo, che, assieme a Davide Casaleggio, prova a mantenere intatto l'equilibro tra l’ala governista e un’ala ortodossa che mira a non disperdere il Movimento delle origini. Con all’orizzonte, un possibile restyling dei vertici pentastellati.
Di Maio è tra i più acclamati al suo arrivo. Poco prima, in un video tour via Facebook al Ministero dello Sviluppo Economico, lancia le sue prime priorità: non cita il reddito di cittadinanza ma quel superamento della Fornero «caro» alla Lega e la quota 100 delle pensioni contenuta nel programma del Movimento. Smussa, inoltre, i toni nei confronti del Quirinale - parlando di «interlocuzione virtuosa» - contro il quale, di fatto, aveva indetto la manifestazione del 2 giugno a Roma. Ma, ammette lui stesso, «il governo del cambiamento ci è stato permesso».
La piazza della protesta, per la prima volta nella storia del Movimento, diventa la piazza della celebrazione del governo. Pochissimi gli assenti ad un evento aperto, non a caso, da due «ortodossi» doc come Dalila Nesci - che cita le parole guerriere di Grillo - e Nicola Morra che ribadisce come sono «i contenuti" ad essere al centro dell’azione dei Cinque Stelle. C'è la sindaca Virginia Raggi, esponenti storici come Giancarlo Cancelleri e Alessio Villarosa, c'è la squadra dei ministri al gran completo, eccetto il premier Giuseppe Conte. I toni sono quelli di lotta cari al Movimento: dal palco si promette un’Italia più forte, si assicura che la troika in Italia non verrà, si promette lotta senza respiro in Europa. E Raggi si toglie un sassolino dalla scarpa: «Hanno descritto Roma come un inferno per evitare che il M5S andasse al governo».
Ma sotto la coltre della festa del Governo a 5 Stelle c'è un Movimento che si muove. Fonti pentastellate spiegano infatti come, nel medio periodo, ci sia la possibilità di un restyling nei vertici del Movimento con l’istituzione di un una sorta di nuovo direttorio, più allargato rispetto a quello a 5 nato nel 2014, che affianchi Di Maio - superministro e vice premier - nella direzione del Movimento.
Grillo, prima di arrivare alla festa, tiene un lungo vertice con Casaleggio, con il direttivo dell’associazione Rousseau e, per un paio d’ore, anche con Raggi e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Poi, scatta l’ora della festa in piazza. Di Maio si presenta con tutta la squadra dei ministri M5S e con il neo-consulente del Mise Sergio Bramini, imprenditore costretto a far fallire la sua azienda e al quale la casa è stata pignorata dopo aver chiesto invano crediti nei confronti dello Stato. «Ora lo Stato siamo noi, questa è la Repubblica del M5S», è il messaggio di Di Maio che, dal palco, saluta il presidente Sergio Mattarella e il presidente della Camera Roberto Fico, mediatore nella ricucitura del M5S con il Colle.
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