Un professore tutto curriculum e zero burocrazia: è così che viene descritto Giuseppe Conte, il più quotato al ruolo di premier. Sponsorizzato molto da Luigi Di Maio, che già lo aveva annoverato fra i suoi ministri in campagna elettorale, accettato senza obiezioni da Matteo Salvini. Nelle ultime ore l'indiscrezione sembra essere diventa un po' più certa: sarebbe lui il nome che Salvini e Di Maio proporranno oggi a Mattarella. Giurista d'alta formazione, Conte, 54 anni, è attualmente docente universitario di diritto privato a Firenze e alla Luiss di Roma, dove è anche titolare di uno studio legale. È avvocato patrocinante in Cassazione, condirettore della collana Laterza dedicata ai "Maestri dei diritto" e componente della commissione cultura di Confindustria. Di lui non è passato inosservato il curriculum: una decina di pagine almeno. Componente del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, carica da cui si è dimesso quando Di Maio lo ha voluto tra i suoi ministri, si dice che alla selezione abbia presentato un curriculum di ben 18 pagine. Nato a Volturara Appula, in provincia di Foggia, vanta una lunga lista di master e studi all'estero. Nel 1992 ha studiato tra Yale e Duquesne, poi all'International Kultur Institut di Vienna. Si è perfezionato in Francia alla Sorbona, poi nel Regno Unito, presso il Girton College, a Cambridge, e infine alla New York University. Laureato nel 1988 e lo stesso anno viene inserito nella commissione istituita a Palazzo Chigi per la riforma del codice civile. Non ha una grande carriera politica alle spalle: in passato elettore della sinistra, di recente si è avvicinato al Movimento 5 Stelle e Di Maio lo ha presto coinvolto nella sua squadra per l'Esecutivo. Oggi invece potrebbe addirittura diventare il nuovo premier. Poca politica e ancora meno burocrazia. «Primo: bisogna drasticamente abolire le leggi inutili, che sono molte più delle 400 indicate da Luigi Di Maio - ha detto Conte durante la presentazione della squadra di governo M5s in campagna elettorale -. Secondo: bisogna rafforzare la normativa anti-corruzione prevedendo quelle iniziative che si muovono nello spazio oscuro che precede la corruzione. Terzo: bisogna rivedere, pressoché integralmente, la riforma della cattiva scuola».