C'è l'accordo tra Lega e M5s sul nome del capo del governo. E la rinuncia di Luigi Di Maio alla premiership. Il vertice top secret che il leader di M5S e della Lega Matteo Salvini a Roma è stato decisivo. Ed è l'accordo su Giuseppe Conte premier. Un nome proposto dai grillini e ben accetto dalla Lega che lascia, comunque, ai due leader un "peso" cruciale nelle scelte di governo. Un nome che certifica, salvo colpi di scena, il passo indietro di Di Maio da Palazzo Chigi.
La prudenza è ancora alta e nella Lega resta qualche timore che il M5S, facendo perno sul volere del Colle, prepari una sorta di "trappola" per convincere Salvini sulla necessità di un nome "pesante" come quello di Di Maio. Ma alla vigilia della salita di M5S e Lega al Quirinale - le due delegazioni si recheranno separatamente - la partita per Palazzo Chigi sembra chiusa e vira su quel nome terzo che, sia nel M5S che nella Lega, interpretano come una soluzione di compromesso necessaria a dirimere la sfida tra Di Maio e Salvini per la premiership. E il compromesso prevede che Palazzo Chigi vada al M5S, ma a un profilo non eletto che a dispetto dall'altro favorito Andrea Roventini, ha avuto il placet della Lega.
E quello di Conte è inoltre un profilo che, almeno nella strategia di M5S-Lega, poco adombrerà i veri kingmaker del governo giallo-verde, Di Maio e Salvini. Che potrebbero anche assumere la delega di vicepremier per meglio gestire Palazzo Chigi insieme al presidente del Consiglio. Il primo punta a guidare un superministero che accorpi Sviluppo Economico e Lavoro gestendo temi, come il reddito di cittadinanza, cari al Movimento.
E anche per Salvini la scelta del ministero è prettamente elettorale: quello dell'Interno, a capo del quale il leader della Lega punta a mettere in campo le priorità più care alla sua storia politica, ovvero sicurezza e gestione dei migranti.
Il vertice si svolge, spiega chi vi ha partecipato, "in un posto privato" e dura poco più di un'ora. E sul tavolo emergono due nodi delicati, legati all'Economia e alla Difesa. "C'è una differenza di visione con il Colle", spiega chi sta seguendo una trattativa che vede la Lega puntare, oltre che al Viminale, anche alla Difesa, con la proposta di Lorenzo Fontana. Ma l'idea che l'intero pacchetto ministeriale sulla sicurezza vada a una forza come la Lega non convincerebbe il Colle. Così come, al Quirinale, serpeggerebbe più di un dubbio sull'assegnazione del ministero del Tesoro a un tecnico M5S come Andrea Roventini. Più apprezzata, forse, la scelta del più navigato Giancarlo Giorgetti, dato tuttavia in pole (assieme a Claudio Borghi) anche come sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Per il resto il totoministri vede Giampiero Massolo quasi sicuramente alla Farnesina, Laura Castelli in pole per la P.A., Giulia Grillo verso la Sanità. Per la Lega Nicola Molteni potrebbe guidare l'Agricoltura (per il quale circola anche il nome di Fontana), Gian Marco Centinaio è in pole per gli Affari Regionali o per il nuovo ministero del Turismo, Giulia Bongiorno è tra i favoriti per Riforme e Rapporti con il Parlamento (in merito al quale non si esclude la scelta di Riccardo Fraccaro).
Il dicastero dei Trasporti dovrebbe andare alla Lega (tra i nomi si fa quello di Stefano Candiani) così come quello dell'Ambiente (in pole Lucia Borgonzoni). Sport e Beni Culturali andranno probabilmente al M5S: i nomi in pole sono quelli di Domenico Fioravanti e Emilio Carelli. Tra i tecnici favorito anche il rettore della Statale Gianluca Vago all'Istruzione mentre Vincenzo Spadafora, fedelissimo di Di Maio, è in pole per gli Affari Europei.
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