Governo, strada in salita. Sul contratto condiviso da M5s e Lega i nodi giustizia e migranti
Il giorno delle nuove consultazioni al Colle è anche il giorno di una frenata sul programma targato M5S-Lega: dopo l'ottimismo del fine settimana vengono ora alla luce i punti di divergenza. Una distanza che si accompagna alle difficoltà di chiudere la partita principale sulla premiership e che viene descritta punto per punto da Matteo Salvini al termine delle consultazioni al Quirinale: giustizia e migranti sono i capitoli sui quali il confronto è più aspro, ma le visioni non sono univoche anche su Europa e infrastrutture, che poi vuol dire anche su come, e se, fare investimenti. Il leader del Carroccio racconta che al tavolo del contratto, riunito di nuovo a Montecitorio a Roma, si discute anche molto "animatamente" e che l'intesa sui contenuti è fondamentale perché la Lega non darà mai il via libera a un "governo fantoccio". E i contenuti, continua Salvini, devono tenere fede al programma presentato in campagna elettorale dal centrodestra intero di cui il leghista si fa garante. E sul quale anche il Carroccio farà una sorta di referendum tra i cittadini il prossimo finesettimana: se i 5 Stelle come sempre scelgono il web, i leghisti preferiscono le piazze delle città e i gazebo. Superamento della legge Fornero, nuove regole per l'immigrazione, legittima difesa, Flat Tax, riformulazione dei trattati europei per evitare - dice Salvini - che il contratto sia solo un "libro dei sogni", nuove regole per l'immigrazione e legittima difesa saranno tra i temi chiave su cui gli elettori potranno dire la propria: "Se andiamo al governo - osserva il leader della Lega - vogliamo mano libera per tutelare la sicurezza degli italiani". Anche il capo politico dei pentastellati Luigi Di Maio, parlando dal salone alla vetrata subito dopo aver incontrato il capo dello Stato, fa qualche accenno al programma pur se in chiave più ottimista. Dice di essere "orgoglioso delle interlocuzioni e soddisfatto del clima che si respira, ma soprattutto dei punti che si stanno portando a casa" e che, oltre alla riforma delle pensioni, includono "la lotta agli sprechi e alla corruzione, l'acqua pubblica, il carcere per chi evade il fisco". Di mediazione in mediazione, sarebbe già arrivato il disco verde per due battaglie simbolo rispettivamente del M5s e della Lega: nel contratto entrerebbe il reddito di cittadinanza da 780 euro con la clausola però che chi lo riceve deve impegnarsi nella ricerca di un'occupazione e sarebbe anche riscritta la curva Irpef attraverso la riduzione a due delle aliquote. Prevista anche una sorta di pace fiscale che dovrebbe comportare una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali. Altro punto sul quale si è chiuso l'accordo riguarda il superamento della Legge Fornero, vale a dire una nuova riforma delle pensioni che introdurrebbe la cosiddetta 'quota 100' (che si ottiene sommando l'età del lavoratore e gli anni di contributo versati) per poter lasciare il lavoro. Strada in discesa anche per quanto riguarda il welfare familiare, con asili nido gratuiti e forse anche un ministero dedicato alla disabilità, mentre su sicurezza, migranti ed Europa gli sherpa continuano a trovare difficoltà a fare sintesi. La proposta di introdurre la legittima difesa infatti non piace ai pentastellati, che non sono convinti neanche delle politiche leghiste sui rimpatri per le quali servirebbe un aumento delle risorse e si tirerebbe in ballo il rapporto con Bruxelles.