Il contratto di governo M5S-Lega è quasi chiuso e se l’intesa sul premier ancora non è ufficializzata l’ipotesi più accreditata è che Luigi Di Maio e Matteo Salvini abbiano scelto di puntare su un nome terzo, politico. Ed entrambi i leader assicurano di essere pronti a riferire, anche se solo domani, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ciò che è certo, ribadiscono, è che la figura su cui cadrà la scelta non sarà un tecnico, opzione invisa ad entrambi i partiti, e che al Quirinale non verrà presentata - almeno stando alle dichiarazioni - una rosa: «E che portiamo una squadra di calcio?», taglia corto il numero uno del Carroccio. Nessuna richiesta ufficiale di più tempo dunque ma nei fatti la coppia Di Maio-Salvini si prende qualche ora rispetto alla scadenza fissata dal Quirinale (la deadline era per domenica sera). Il nodo della premiership è stato affrontato dai 2 leader nel corso di una faccia a faccia nel pomeriggio a Milano nello studio di un commercialista, successivo alla riunione allargata al Pirellone sul programma e, secondo quanto riferiscono diverse fonti, il Carroccio avrebbe fatto tornare in campo il leghista Giancarlo Giorgetti senza però riuscire a convincere la controporte, che anzi avrebbe rilanciato ancora una volta con la candidatura di Luigi Di Maio. Da qui poi sarebbe maturata la scelta condivisa di proporre per Palazzo Chigi una figura terza, seppure appartenente sempre al mondo della politica. Ovviamente qualsiasi indicazione sulla premiership comporta un ragionamento a cascata sulla squadra di governo, i cui contorni si starebbe delineando in queste ore. A complicare una partita già di per sè non facile nelle ultime ore pesa anche il fatto che Silvio Berlusconi, grazie a una decisione del Tribunale di Milano, è tornato prima del tempo di nuovo candidabile e sarebbe pronto a far pesare a maggior ragione il proprio ruolo all’interno della coalizione di centrodestra a cui Salvini resta ancorato trovandosi così a fare i conti con qualche margine di manovra inferiore nella trattativa con i pentastellati. Le dichiarazioni ufficiali intanto però dispensano ottimismo: "Qui si scrive la storia», dice il capo politico del M5S Di Maio tra una riunione e l’altra mentre dà forfait in tv dove era atteso nel salotto di Fabio Fazio; «Si lavora su tutto, giorno e notte, e poi vediamo di arrivare a una conclusione», assicura anche Salvini. In attesa di sciogliere il nodo principale della premiership passi avanti certi si registrano sul programma dopo la due giorni di incontri milanesi: il dossier non è chiuso ma "siamo ai punti e alle virgole», dice nel tardo pomeriggio il capogruppo leghista al Senato Gian Marco Centinaio. «L'accordo vediamo di trovarlo - aggiunge - e vediamo se Di Maio e Salvini riescono a chiudere su tutto». Ora più, ora meno non cambia nulla secondo l’unica donna che siede al tavolo del negoziato sul contratto, la 5S Laura Castelli che assicura che il lavoro è a «buonissimo punto». Tra i temi su cui è stata siglata l’intesa c'è ad esempio la revisione, o meglio il superamento, della Legge Fornero, fa sapere mentre conferma anche il reddito di cittadinanza. Il lavoro sui contenuti non è comunque ancora terminato e così domani, lunedì, in attesa che i leader salgano al Colle con il nome del presidente del Consiglio M5S e Lega torneranno a vedersi, questa volta a Roma, con l’obiettivo di limare gli ultimi capitoli.