È durato poco più di un'ora l'incontro tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Ma ancora nulla trapela sull'ipotesi accordo fra M5s-Lega che porterebbe alla formazione di un nuovo governo, facendo tramontare la possibilità di un esecutivo neutrale e di un ritorno al voto poi.
Dal nuovo vertice potrebbero venire fuori i primi nomi dei ministri del nuovo Esecutivo e soprattutto quello del premier. Al termine della riunione, a cui hanno partecipato anche Vincenzo Spadafora (M5s) e Giancarlo Giorgetti (Lega), nessuno dei due leader ha voluto rilasciare dichiarazioni alla stampa. Arriva però subito dopo una nota congiunta in cui si parla di "passi in avanti". "Sulla composizione dell'esecutivo e del premier sono stati fatti significativi passi in avanti - si legge nella nota - nell'ottica di una costruttiva collaborazione tra le parti con l'obiettivo di definire tutto in tempi brevi per dare presto una risposta e un governo politico al Paese". Si terrà "già oggi pomeriggio la prima riunione con i responsabili tecnici dei diversi settori del MoVimento 5 stelle e della Lega".
Se dai due partiti si tengono le bocche cucite, da Forza Italia invece arrivano parecchie dichiarazioni, dopo il via libera - ma senza fiducia - di Silvio Berlusconi a un governo verde-giallo. "In questo Governo Forza Italia non metterà ministri, non parteciperà, non sta preparando la piattaforma programmatica", tiene a precisare il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, intervenuto stamani a Radio 24 esclude la possibilità di un coinvolgimento di Forza Italia al primo Governo M5S-Lega. "Non so nel modo più assoluto quali ministri della Lega e dei 5 stelle stiano scegliendo, certamente non saranno di Forza Italia, se sceglieranno qualcuno sul mercato delle competenze, che ha simpatie per Forza Italia, non lo so, ma non è concordato", ribadisce Toti.
Se da un lato Berlusconi non darà la fiducia al governo M5s-Lega, dall'altro si continua a ribadire l'unione della coalizione di centrodestra: "Non ci saranno da parte di Forza Italia pregiudizi, neppure barricate, né dichiarazioni roboanti sulla rottura di una coalizione, che non ritengo rotta, mi accingo a tornare a Genova e a governare con i miei amici della Lega", chiarisce Toti.
"La decisione è quella di Berlusconi - gli fa eco Renato Schifani -. Se partirà un governo Lega-5 Stelle sarà per il nostro senso di responsabilità verso i cittadini che vogliono governabilità, ma avremo mani libere sui provvedimenti di una maggioranza di cui non facciamo parte. Non daremo la fiducia".
"In questi mesi - aggiunge - il veto su Berlusconi ha creato questo stallo che si deve superare o con la nascita di un governo o con il voto. Non parliamo nè di astensione benevola o critica, piuttosto è la presa d'atto di una posizione politica che non è pregiudizialmente conflittuale, ma che si riserva di esaminare le singole scelte".
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