Ferie, mondiali, c'è chi evoca persino la Notte Rosa della Riviera romagnola: se si voterà a luglio, come sembra profilarsi o come auspicano Lega e Cinquestelle, la strada sarà irta di ostacoli non solo politici. E senz'altro sarà una circostanza inedita, perché le urne non sono mai state aperte in piena estate né finora si era mai superato il limite di fine giugno toccato nel 1983 quanto le politiche si svolsero il 26 e il 27. Del resto, lo stesso Mattarella, nel suo discorso a chiusura delle consultazioni, ha sottolineato l’eccezionalità di questa situazione ma, pur auspicando la fiducia dei partiti a un esecutivo «neutrale" chiamato a traghettare il Paese fino a dicembre, non ha potuto sgombrare il campo dalla possibilità che si voti «in autunno" oppure, ha aggiunto, «nel mese di luglio». I tempi tecnici per votare a luglio, ci sono. Ma piazzare la consultazione in pieno periodo "balneare" espone ovviamente al rischio di basse affluenze. Il 4 marzo, a dispetto delle previsioni, la partecipazione al voto ha tenuto e ben al di sopra delle aspettative, toccando il 73%. Ma è un risultato difficilmente ripetibile in estate. Quest’anno il 12 giugno chiudono le scuole .Gli istituti, non più a pieno regime e senza studenti, restano disponibili per l'eventuale allestimento dei seggi elettorali, anche se alcuni potrebbero invece essere interessati da sessioni di esami. Ma, seggi a parte, nel frattempo si sarà messa in moto la macchina delle vacanze, che a scuole chiude comincia a viaggiare a ritmo sostenuto per poi accelerare proprio a luglio. In tanti hanno già pensato in queste settimane a prenotare voli, viaggi, case-vacanza. Le ferie, insomma, rischierebbero di impattare non poco sulle affluenze di un eventuale voto a luglio. Volendo andare a spulciare le date, il 14 giugno partono poi i mondiali di calcio, che termineranno il 15 luglio: è vero che l'Italia non si è qualificata, ma il football, si sa, è un catalizzatore e in accoppiata con le vacanze rischia davvero di distogliere molti italiani, già provati da mesi di campagna elettorale, dall’attenzione per la politica e le sue scadenze. Il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, evoca persino la Notte Rosa che anima la Riviera Romagnola, prevista proprio a inizio luglio e che richiama 2 milioni e mezzo di persone: votare in quei giorni sarebbe «una follia». E non solo o non tanto per il turismo: «Svilire così una conquista come il diritto di voto fa rabbia. Rimini sono sicuro non subirebbe un danno ma l’Italia intera si».