ROMA. A Roberto Fico il mandato a verificare, entro giovedì, se ci sono i margini per formare un governo del M5s con il Pd. E’ questo il nuovo passo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per porre fine allo stallo sulla formazione del nuovo governo. Un passo che spiazza il centrodestra, coglie di sorpresa il Pd e irrita Matteo Salvini.
«E' una presa in giro», si indigna il leader della Lega, che punta a un’intesa M5s-centrodestra. Ma il tavolo Dem è aperto: la condizione per un dialogo, dice il Pd compatto, è che Luigi Di Maio chiuda il «forno» con la Lega. E il leader M5s risponde con un lungo post in cui a Salvini dice: «Ci ho provato, buona fortuna». Un fatto importante, ammettono i Dem vicini a Matteo Renzi, ma l’accordo è «pressoché impossibile».
Dopo aver concesso a M5s e centrodestra un fine settimana per registrare eventuali novità, Mattarella convoca alle 17 Fico al Quirinale. Quelle novità - osserva - non ci sono state, neanche per un accordo tra M5s e Lega. E «a distanza di quasi due mesi dalle elezioni» c'è «il dovere di dare al più presto un governo all’Italia», dice il capo dello Stato al presidente della Camera. Il mandato è sondare l’ipotesi finora sullo sfondo: una maggioranza parlamentare (al Senato i voti dei due gruppi fanno in totale 161) che porti Movimento e Pd a governare insieme. Lo farò «a partire dai programmi per il Paese», dice Fico.
L’inizio del nuovo tentativo di formare un governo arriva all’indomani del voto in Molise, che consegna la vittoria al centrodestra unito (ma con Fi al 9,4% che scavalca la Lega all’8,2%) e il M5s al 38,5% ma in calo, rispetto al plebiscito delle politiche che lo aveva portato oltre il 40%. Ancora in forte discesa, fermo al 9%, il Pd. I risultati sembrano segnalare uno stop ai principali «azionisti» delle trattative per il governo, M5s e Lega. Ma Di Maio sottolinea il risultato in positivo: «Siamo prima forza», afferma, mentre i capigruppo M5s spiegano il successo di centrodestra con le liste civetta.
Forte del risultato di Fi in Molise, Silvio Berlusconi torna a invocare un governo di centrodestra con un leader della Lega, che cerchi in Parlamento i voti: i Cinque stelle «non sono credibili». Ma Salvini, che ribadisce di non voler per forza fare il premier, si butta nella campagna elettorale in Friuli Venezia Giulia, dalla quale si aspetta una forte affermazione, e invita Di Maio e Berlusconi a «smetterla di litigare» e trovare un’intesa. Il leader della Lega - ma anche FI - vive perciò come una doccia fredda il mandato di Mattarella a Fico per sondare solo il Pd: «Loro hanno perso, è una presa in giro - insorge - Se provano a farlo ci troviamo a fare una passeggiata a Roma».
Di Maio, però, segue la via tracciata dal Colle. In mattinata aveva pubblicato sul blog una bozza di contratto di programma da presentare in alternativa a M5s o Pd. Perciò, quando Fico riceve il suo mandato, tutto il Pd, da Ettore Rosato ad Andrea Orlando, fino al reggente Maurizio Martina, dice che così è impossibile sedersi al tavolo: «Ci confronteremo con Fico», solo «a partire dalla fine di ogni ambiguità e trattative parallele anche con Lega e centrodestra». E a stretto giro, in un lungo post, Di Maio chiude - almeno per ora - il «forno» con Salvini: «Non vuole assumersi responsabilità di governo. Non si dica che non c'ho provato fino alla fine, adesso buona fortuna», scrive.
Domani Fico riceverà le delegazioni di M5s e Pd, che si presenteranno con i rispettivi programmi (con possibili sintesi su temi come il reddito di inclusione). Tra i Dem la chiusura dei dirigenti vicini a Matteo Renzi è lapidaria e, fin d’ora, non sembra lasciare molti margini: «Eravamo, siamo e resteremo alternativi ai Cinque Stelle per cultura politica e programmi», dice Orfini. «Sembrano insormontabili» le distanze che rendono «quasi impossibile» l’accordo, afferma Rosato. Ma governisti e minoranza insorgono, chiedendo un confronto in direzione: «Le dichiarazioni gravi e irrispettose di Mattarella superano ogni limite», dice Francesco Boccia.
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